John Ronald Reuel Tolkien
- "Io vi parlo della grande potenza di una saetta,
non della flebile luce di una lampadina elettrica"
(J.R.R. Tolkien)
Tolkien ebbe una carriera professionale senz'altro brillante ma che sicuramente sarebbe rimasta sconosciuta ai più se un giorno - sul retro di un compito che stava correggendo - non avesse vergato distrattamente: "In un buco della terra viveva uno hobbit": era l'incipit di "Lo hobbit".
Table of contents |
2 Opere 3 Posizioni politiche 4 Link |
John Ronald Reuel Tolkien è famoso in tutto il mondo, i suoi libri sono stati svariate volte ristampati in molte lingue del globo, perché ha saputo scrivere una grande saga che ancora oggi riesce a parlare al cuore dei lettori.
Un semplice professore universitario, che tranquillamente trascorreva i suoi giorni curando il giardino e facendo crescere i propri figli, nascondeva nella sua penna tutto uno stupendo, affascinante, simbolico mondo a cui, giorno dopo giorno, ha dato vita e soffio, battendo sui tasti della sua vecchia macchina per scrivere. Era uso prendere appunti sui margini dei fogli e su ogni pezzo di carta che gli passasse sotto mano, così giorno dopo giorno ha creato un racconto grande come una montagna, profondo come un azzurro lago, lieve e fatato come una nebbiosa alba nella foresta.
Fin dall'infanzia si e dilettato nel creare linguaggi, crescendo maturando ed apprendendo, ha poi scritto una vera e propria cosmogonia, ha narrato la vita del mondo, dai suoi albori sino al sorgere della nostra Era.
Egli amava il suono delle onde dell'oceano che si frangono sulle coste della Cornovaglia, era lieto quando poteva fermarsi un po' a chiacchierare con le vecchie signore, sentiva la vita e la forza che scorrevano sotto le ruvide scorze dei grandi alberi, era un sereno, sorridente, nobile vecchio che, nell'estate 1973, abbandonò la sua amata campagna inglese per ritirarsi definitivamente all'interno del grande affresco che era andato preparando per tutta la vita.
Tralasciando la pur interessante attività di saggista (non possiamo però fare a meno di citare "On fairy stories", un interessantissimo saggio sulle fiabe - vedi Il medioevo e il fantastico), le opere di Tolkien si possono dividere in due grandi gruppi:
Per quanto possa sembrare incredibile, proprio la traduzione italiana delle opere riguardanti la Terra di Mezzo, che hanno donato a Tolkien la fama, non è stata completata
Si tratta, come detto in precedenza, di 12 volumi, di cui riassumiamo qua sotto i contenuti:
A partire dalla sua pubblicazione, si è parlato tanto del messaggio politico trasmesso da "Il Signore degli Anelli" e dallo scrittore Tolkien.
In realtà si tratta di un falso problema: Tolkien non era un attivista politico, ne uno scrittore politico. Egli stesso si oppose ad interpretazioni del genere, ed ebbe a dichiarare che "Il Signore degli Anelli" "non ha intenzioni allegoriche [...] o morali, religiose o politiche" (Lettera 165, "La Realtà in trasparenza").
Ovviamente - come tutti - anche Tolkien aveva delle idee politiche, ma queste non vanno ricercate nella sua produzione letteraria. L'unico modo in cui è forse possibile ricostruirle è attraverso la lettura di scritti piú personali (e non pubblicati mentre era in vita), come la raccolta delle Lettere (edito in Italia col titolo di "La Realtà in trasparenza").
Nelle Lettere Tolkien appare innanzitutto come un uomo profondamente cristiano e cattolico. Questa sua visione ispira indubbiamente la sua opera, e dal suo senso religioso discendono anche le sue idee politiche, che mai prendono esplicitamente posizione verso una particolare fazione.
Anzi, nella Lettera 52 Tolkien dichiara che le sue opinioni politiche "inclinano sempre piú verso l'anarchia (intesa filosoficamente come abolizione di ogni controllo, non come uomini barbuti che lanciano bombe)". La sua è piuttosto insofferenza verso le istituzioni e le organizzazioni concepite, costruite e guidate da uomini su altri uomini.
Nella lettera 154 Tolkien dice poi: "Io non sono un riformatore e nemmeno un "conservatore"! Non sono un riformatore (attraverso l'esercizio del potere) dato che mi sembra si vada sempre a finire nel Sarumanismo. Ma anche "imbalsamare" comporta, com'è stato dimostrato, delle punizioni."
Ancora piú diffidente è il suo atteggiamento - per le medesime ragioni - verso gli uomini di governo: "L'occupazione piú inadatta per qualsiasi uomo [...] è governare altri uomini. Non c'è una persona su un milione che sia adatta e men che meno quelli che cercano di afferrare l'opportunità " (Lettera 52). Si tratta quindi di un'anarchia di carattere religioso: il governo sull'uomo è un fatto divino. Il governo "umano" sull'uomo finisce sempre nel male.
Allargando il discorso, Tolkien diffida fortemente di tutte le forme di "organizzazione" create dall'uomo, comprendendo in queste anche le istituzioni, gli eserciti e la tecnologia (Lettera 66). Anche alla base di queste affermazioni vi è un concetto religioso: è la presunzione umana che costruisce diavolerie senza disporre del senno per padroneggiarle; e arrogandosi il potere di "creare", che è invece riservato a Dio, mentre all'uomo rimane solo la potenzialità della sub-creazione artistica (Lettera 75).
Per questo le sue simpatie vanno a coloro che cercano di sottrarsi agli schieramenti e alle conquiste dell'uomo: agli "staterelli che rimangono neutrali", alla Gallia libera e a Cartagine durante l'Impero Romano. Ed egli stesso dichiara di appartenere "alla parte dei sempre sconfitti mai sottomessi" (Lettera 77).
Tolkien non ha mai dichiaratamente appoggiato un partito politico, ne una nazione o un'alleanza fra nazioni. Ed in effetti i suoi commenti personali al riguardo sono quasi sempre critici. Alcune lettere (tratte da "La Realtà in Trasparenza") ne sono esempi illuminanti.
Sul nazismo: Hitler viene citato diverse volte, come un "piccolo ignorante, ispirato da un diavolo pazzo" (Lettera 45), o un "piccolo furfante volgare e ignorante" (Lettera 81). Nella lettera 78 Tolkien afferma che "non c'è molta gente così corrotta da non poter essere redenta" ma ammette l'esistenza di persone "che sembrano incorreggibili a meno di uno speciale miracolo", e che "di queste persone esiste una concentrazione particolarmente elevata in Germania e Giappone".
Su Stalin e il comunismo: Stalin è definito come un "vecchio assassino assetato di sangue" (Lettera 53), mentre per quanto riguarda la propaganda comunista Tolkien afferma: "persino i piccoli infelici Samoiedi, temo, hanno cibo in scatola e l'altoparlante del villaggio che racconta le favole di Stalin sulla democrazia e sui fascisti crudeli che mangiano i bambini e rubano i cani da slitta" (Lettera 52).
Sugli USA: Tolkien teme le "manie di massa" introdotte dagli americani, tanto da dubitare che quelle portate dai Soviet possano essere peggiori (Lettera 77). In ogni caso non si ritiene sicuro che "una vittoria americana a lunga scadenza si rivelerà migliore per il mondo nel suo complesso" (Lettera 53).
Sulla Patria: Tolkien è patriota, ma nei confronti della sola Inghilterra, "non la Gran Bretagna e sicuramente non il Commonwealth - grr!" (Lettera 53).
Sulla Seconda Guerra Mondiale: della guerra, nonostante i suoi libri ne parlino spesso, Tolkien pensa tutto il male possibile. La guerra "moltiplica per tre la stupidità e all'ennesima potenza" (Lettera 61). Anche la guerra "giusta", dal momento che gli capita di commentare "stiamo tentando di conquistare Sauron utilizzando l'Anello" (Lettera 66).
Sul razzismo: la casa editrice tedesca che avrebbe pubblicato Lo Hobbit in Germania chiese a Tolkien se fosse di origine ariana. Tolkien ne fu molto seccato, e fu tentato - pur se in ristrettezze economiche - di "lasciare che la pubblicazione tedesca andasse a quel paese". A questo episodio sono totalmente dedicate le lettere 29 e 30, in cui Tolkien fra l'altro si espresse con parole lusinghiere nei confronti del popolo ebreo, e definà la "dottrina della razza" completamente infondata e pericolosa. Ancora: nella lettera 61 scrive di provare orrore per l'apartheid sudafricano. Infine, sul razzismo in generale, la sua parola definitiva si trova nella lettera 81: "i tedeschi hanno lo stesso diritto di definire polacchi ed ebrei vermi da schiacciare, creature subumane, quanto noi di definire cosà i tedeschi: e cioè nessuno, qualunque cosa abbiano fatto".
È indubbio che nei vari "stati" presenti nella Terra di Mezzo si possano riconoscere varie forme di "governo", ma Tolkien ha negato in varie occasioni ogni identificazione "politica" tra Terra di Mezzo e mondo contemporaneo.
Quella che può sembrare l'analogia più significativa, tra Mordor e U.R.S.S, è stata smentita da Tolkien nella lettera 229 ("La Realtà in trasparenza"): "La localizzazione di Mordor all'est è dovuta semplicemente alle necessità geografiche del racconto, all'interno del mio sistema mitologico. La fortezza originaria del Male era (come vuole la tradizione) a nord; ma dato che venne distrutta e sepolta sotto il mare, doveva esserci una nuova fortezza, lontana dai Valar, dagli elfi e dalla potenza marinara di Numenor".
Nota: il contributo iniziale per questo articolo deriva da
http://www.imladris.immaginario.net/risorse/home/faq_ng/faq_ng.htm
che rilascia il testo con la GNU FDL autorizzando a modificarne il contenuto.
Autore di una grande saga
Opere
Alla seconda categoria appartiene ovviamente "Il Signore degli Anelli", l'opera piú conosciuta. Ma andiamo con ordine: i racconti di Tolkien pubblicati, in ordine sparso, sono
Per quanto riguarda invece le opere sulla Terra di Mezzo, che poi è il motivo per cui esistono degli appassionati, un newsgroup e una FAQ su Tolkien, sono stati pubblicati, durante la vita di Tolkien, due romanzi:
Il resto è tutto uscito postumo, curato dal figlio Christopher Tolkien riordinando la mole cospicua di appunti lasciata dal padre. La prima opera uscita è:
Seguono i vari frammenti, ordinati principalmente per argomento, di cui i frammenti più grandi sono usciti come
mentre gli altri frammenti si trovano nei 12 libri della History of Middle-earth. La pubblicazione si è fermata al 12° volume, ma sembra che sia uscito un tredicesimo volume di indici:
Per onor di completezza, segnaliamo anche l'epistolario
raccolta delle lettere scritte da Tolkien a amici, parenti e editori, contenenti moltissimi riferimenti alla Terra di Mezzo e alla sua creazione.Cronologia delle opere
Lo Hobbit-Il Signore degli Anelli-Il Silmarillion-Racconti Incompiuti-History of Middle-Earth. La collocazione cronologica delle storie all'interno della Terra di Mezzo è invece un attimo piú complessa. Faremo riferimento alla Cronologia dell'Occidente.Storie della Terra di Mezzo
Storie, leggende e processi creativi che hanno portato alla "cosmogonia" di Tolkien espressa solo in parte nel Silmarillion, e al grande arazzo delle vicende degli Elfi (Noldor in particolare) e delle loro lotte contro Morgoth.
Fanno riferimento al primo "corpus" di storie elaborate da Tolkien e al suo tentativo di raccoglierle in un'opera omogenea e narrativa (dal titolo "La casetta del gioco perduto").
Interessanti per approfondire l'argomento e per capire meglio alcune cose che nel Silmarillion sono lasciate un po' "sospese".
Il terzo volume è una raccolta di poemi della TdM scritti da Tolkien (usando vari stili poetici tipici dell'Anglosassone e dell'Old-English), mentre il quarto riguarda come Tolkien ha sviluppato la TdM, la sua creazione, ecc.
Un volume "misto", contenente versioni precedenti di "The Fall of Numenor" (scritta durante una sfida con Lewis), gli Annali di Valinor e del Beleriand e le Etimologie (ossia LA fonte primaria di tutti i dizionari Quenya, Sindarin, ecc.).
Questi quattro volumi mostrano le varie revisioni a cui è stato sottoposto The Lord of the Rings, con episodi poi "tagliati" e personaggi che si sono visti cambiare il nome o addirittura il proprio ruolo e carattere (Barbalbero "cattivo" alleato a Sauron; Maggot ostile; un hobbit di nome "Trotter" che si trasformerà poi in Strider/Grampasso...); viene delineato anche come il semplice "anello magico" trovato da Bilbo si trasforma progressivamente nell'Unico Anello.
Si ritorna al Silmarillion con un'analisi della storia e dell'evoluzione dei miti e delle leggende dei Tempi Remoti e delle guerre tra Morgoth e gli Elfi per la riconquista dei Silmarilli. Una sorta di approfondimento del Silmarillion più "per intenditori" che per chi desidera "solo" leggere di altre avventure della TdM.
Per chi ha la propensione tutta "hobbitesca" di sbavare su alberi genealogici, ascendenze, parentele, ecc. Contiene anche "The New Shadow" (l'inizio di un mai completato seguito di ISDA) e "Tal-Elmar", la storia dell'arrivo delle navi dei Numenoreani dal punto di vista degli abitanti della TdM.Posizioni politiche
Link