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Lira (valuta)

Cenni storici

Lira
Vittorio Emanuele II: 1 lira del 1863
Repubblica Italiana: 1 lira del 1954
Repubblica Italiana: 1000 lire del 1997
Con la caduta di
Roma, il susseguirsi di invasioni barbariche e l'ostilità degli stati che si venivano formando, le attività commerciali in Occidente vennero praticamente annullate, con la conseguente riduzione nella circolazione di monete.

Questo durò fino all'affermazione sulle altre popolazioni barbariche di Carlo Magno (768 - 814) e l'instaurazione dell'impero dei Franchi. Il conio delle monete venne centralizzato il suo sistema monetario venne basato sull'argento a causa della scarsa disponibilità d'oro, impiegato solo per gli scambi con l'Oriente. La moneta ufficiale dell'impero fu il "denaro", con un peso tale che con una libbra d'argento (di 434 g, contro i 327,45 g della libbra romana) si coniavano 240 denari. Come unico multiplo si aveva il "soldo", pari a 12 denari: 20 soldi, quindi, corrispondevano ad una libbra d'argento. La libbra (o lira), invece, non esisteva come moneta, rappresentando solo la base del sistema monetario.

Nel 1472 Venezia con il doge Niccolò Tron conia la prima lira d'argento da 20 Soldi (6,52 g con titolo di 948/1000), seguita da quella del doge Pietro Mocenigo. Il duca Galeazzo Maria Sforza fa coniare nel 1474 a Milano una lira d'argento, chiamata in seguito Testone. Monete analoghe furono coniate a Genova sotto la dominazione milanese. In seguito, poi, questa moneta si diffuse in molte città italiane (tra cui Firenze, Mantova e Bologna), anche se con riferimento a valori differenti per la libbra. In Piemonte, la lira viene introdotta da Emanuele Filiberto nel 1562, mentre nel 1793 viene adottato il sistema decimale francese, con la suddivisione della lira in decimi e centesimi.

Lira italiana

L'introduzione della lira come valuta nazionale italiana va fatta risalire, come per il tricolore, al periodo napoleonico. Infatti, il tricolore venne adottato dalla Repubblica Cispadana nella prima campagna d'Italia (1796 - 1797), riprendendo l'insegna delle truppe dei volontari lombardi aggregati all'esercito di Napoleone; dopo la pace di Campoformio, il tricolore venne utilizzato anche dalla Repubblica Cisalpina. La lira, invece, venne adottata alla seconda campagna d'Italia con la ricostituzione della Repubblica Cisalpina come Repubblica Italiana (gennaio 1802), trasformatasi poi nel Regno d'Italia (marzo 1805). Le prime emissioni dalle zecche di Milano, Bologna e Venezia si ebbero nel 1807, con monete da 40, 5 e 2 lire; l'anno successivo vennero coniate anche monete da 20 lire e da 1 lira, caratterizzata da un peso di 5g ed un titolo d'argento di 900/1000.

Dopo la fine del Regno d'Italia nel 1814, la lira riappare nel 1815 nel Ducato di Parma con l'introduzione della monetazione decimale da parte della duchessa Maria Luigia di Asburgo. Il taglio delle monete era da 1, 2, 5, 20 e 40 lire.

Nel 1861, con la riunificazione dell'Italia sotto i Savoia, la lira torna ad essere la valuta italiana ed il 24 agosto 1862 ebbe corso legale e sostituì tutte le altre monete circolanti nei vari stati pre-unitari: 1 lira da 5g di argento al titolo 835/1000 corrispondeva a 0,29 g d'oro fino oppure a 4,495 g d'argento fino. A causa della crescita del debito pubblico susseguente all'unificazione, nel 1866 per la lira viene stabilita il corso forzoso, con una limitata convertibilità ristabilita nel 1892. Nel 1893 viene messa in liquidazione la Banca Romana e creata la Banca d'Italia, con una copertura aurea di almeno il 40% delle lire in circolazione. L'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale, con la conseguente penuria di metallo, fa ripristinare il corso forzoso, abolito nel 1909 e che durerà fino al 1927, quando 1 lira corrispondeva a 0,07919 g di oro fino. L'obbligo della copertura in oro venne abolito nel 1935 e nel 1936 la valutazione viene portata a 0,04677 g. La convertibilità viene ripristinata nel 1960 grazie all'ammissione al Fondo Monetario Internazionale, con una lira corrispondente a 0,00142 grammi d'oro o a 625 lire per dollaro.

Il 1° gennaio 2002, con l'entrata in circolazione dell'euro, si apre una fase di doppia circolazione con l'euro: le lire vengono ritirate definitivamente il 1° marzo 2002. Il tasso di conversione è stato di 1936.27 lire per 1 euro. Per un periodo di dieci anni le filiali della Banca d'Italia potranno convertire le nostre vecchie lire, rimaste dimenticate in un cassetto, senza nessuna difficoltà.


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