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Matteo Maria Boiardo

Matteo Maria Boiardo (Scandiano, 1441 - Reggio Emilia, 1494), poeta italiano.

Table of contents
1 Biografia
2 Opere

Biografia

Matteo Maria Boiardo, conte di Scandiano, nacque nel 1441, avviato giovanissimo agli studi umanistici, fu signore colto e cavaliere brillante.
A Ferrara, Modena e Reggio, presso gli Este, era accolto come uno dei più stimati cavalieri della corte estense. Nel 1476 si trasferì a Ferrara finché fu nominato dal duca Borso d'Este capitano a Modena e poi a Reggio, dove morì nel 1494.

Il cavalier Boiardo fu uomo retto e mite e colto umanista, visse vagheggiando un ideale di vita di costumi nobili e di sentimenti gentili. La vita di corte che egli condusse non era per lui mera apparenza, bensì realizzazione di una superiore concezione delle usanze cavalleresche e di tale mondo, sognato e vissuto, egli fu il poeta.

Il Boiardo iniziò la propria attività di letterato come autore di versi latini, durante gli otia nel suo palazzo di Scandiano. Scrisse dei carmi in onore degli Estensi, de laudibus Estensium ed alcune egloghe pastorali modellate su quelle di Virgilio. Tradusse dal latino l'asino d'oro (Metamorphoseon) di Apuleio, le vite di Cornelio Nepote, la Ciropedia di Senofonte dalla versione latina di Poggio Bracciolini (1380 – 1459).

Opere

Canzoniere (amorum libres tres)

Il titolo latino dell'opera è derivato da Ovidio. Nel Canzoniere già si rilevano i caratteri propri della poesia del Boiardo: le luminose note descrittive, il tono delicato e vivace della poesia, la serenità interiore, la rappresentazione del sentimento non approfondita, ma morbida, mescolata e quasi sommersa nel paesaggio descritto, una gioia di vivere dove, di tanto in tanto traspare un velo di malinconia, i sentimenti trascolorano l'uno nell'altro e tutto è sovrastato dalla natura soave. Il Canzoniere si divide in tre libri e comprende sonetti e componimenti di vario genere. Si tratta di liriche d'ispirazione amorosa per lo più ispirate dall'amore per Antonia Caprara, che aveva conosciuto nel 1469 a Reggio, alla corte di Sigismondo d'Este. Il Canzoniere è la storia del felice amore corrisposto del poeta, e poi della tristezza quando la Caprara si volge ad amare altri, ma anche nell'abbandono resta al poeta la speranza e la serenità continua a pervadere la poesia e lenisce il dolore.

Orlando Innamorato

È l'opera più complessa del Boiardo, che vi trasfuse appieno propri ideali cavallereschi. Egli cominciò a comporre il poema nel 1476 ed in sei anni portò a termine i primi sessanta canti che formano le prime due parti, pubblicate a Reggio nel 1483, ma non arrivò a completare la terza parte del poema, che fu interrotto alla venticinquesima stanza del nono canto: le preoccupazioni di governo e la calata in Italia dell’armata di Carlo VIII, nel 1494, lo distolsero dalla sua opera, la morte lo colse in quello stesso anno.

Il Boiardo scrisse il suo poema per il mondo delle corti, che costituiva il centro della sua vita, e nello svolgersi del poema non manca di rivolgersi alle dame ed ai cavalieri che lo stanno ad ascoltare. Boiardo vuole dilettare quella società di cavalieri con il racconto fantasioso di vicende che ne esprimano i gusti. Boiardo ha ama la "bella istoria", scritta con liberissima fantasia, affinché viva e ricca sia la rappresentazione del mondo cavalleresco e l'amore e l'avventura devono aver gran parte nella narrazione, poiché dame e cavalieri devono veder riflessi in quei racconti i propri sogni segreti, come in uno specchio che ne ingigantisca le proporzioni e ne moltiplichi le seduzioni.

Nell'Orlando innamorato il ciclo bretone trova vasta risonanza, poiché i racconti intorno a re Artù ed ai cavalieri della Tavola Rotonda non si riferiscono ad un preciso momento storico e celebrano l'amore e l'avventura, non la difesa della fede e della patria, come il ciclo carolingio. Boiardo innestò sul tronco delle vicende carolingie le leggende bretoni, creando uno scenario originale e ricco di seduzioni. Il Boiardo non è un poeta eroico, le descrizioni di battaglie e di duelli sono una concessione alle esigenze del racconto, ma sono fredde, spesso noiose, infatti, il Boiardo è, come tutti i poeti del ‘400, alieno dal dramma, mentre la poesia prende vita quando compare sulla scena il mondo della magia dove la fantasia del poeta può spaziare liberamente. Su tale sfondo cangiante prendono risalto le qualità del poeta: potenza ed agilità narrativa ed una singolare capacità descrittiva, colorita ed armoniosa.

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