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San Zeno Naviglio

Per la redazione di questo articolo, si invita a seguire lo schema suggerito in WikiProject Comuni
San Zeno Naviglio
Paese: Italia
Regione: Lombardia
Provincia: Brescia di Brescia  (BS )
Latitudine: 45° 29‘ Nord
Longitudine: 10° 13‘ Est
Altitudine: 50-60  m s.l.m.
Superficie: 6 km2
Popolazione:
 - Totale
 - Densità

3.812
632 ab/km2
Frazioni: Aspes, Caselle,
Garza, Sörèc
Comuni limitrofi: Brescia, Borgosatollo,
Flero, Poncarale
CAP: 25010
Prefisso telefonico 030
Codice ISTAT: 017173
Codice fiscale: I412
Abitanti (nome): Sanzenesi
Sito istituzionale: []
San Zeno Naviglio (BS) è un comune lombardo in provincia di Brescia situato a 6 Km circa dal capoluogo in direzione sud, nella zona dell'alta Pianura padana. È attraversato dal canale Naviglio di San Zeno che fa parte del complesso del Naviglio di Brescia.

Table of contents
1 Storia
2 Economia
3 Cultura
4 Conformazione Urbana
5 Monumenti
6 La località Aspes
7 Riferimenti

Storia

Sebbene si presuma l'esistenza di precedenti insediamenti nei periodi

romano (ritrovamenti di lapidi romane presso la Cascina Pontevica),  longobardo e  carolingio (documenti attestano che la località Trevonzo apparteneva
al capitolo della Cattedrale di Brescia ed era zona boschiva), i primi insediamenti documentati risalgono al XV secolo, tra la strada postale per Cremona e la confluenza fra alcune rogge (Biocco e Volta) e il canale Naviglio. La località si chiamava Tregonzo o Tregoncio, che deriverebbe dal latino Inter Gurgites, tra i gorghi, ed era abitata prevalentemente da pescatori. Gli studiosi lo hanno desunto dalla documentata presenza di una cappella in quel periodo, dedicata a San Zenone, patrono dei pescatori. A sud dell'insediamento si trovavano due cascine a corte entrambe possedute da Bartolomeo Colleoni: le attuali Cascine Pietà e Naviglio.

Durante il dominio veneto, la località venne organizzata in comune all'interno della quadra di Mairano e nel 1483 passò alla quadra di Bagnolo. L'anno successivo la zona della bassa pianura bresciana fu occupata dall'esercito milanese nell'ambito della Guerra di Ferrara. San Zeno fu, assieme a Flero e Borgosatollo, baluardo della difesa della città da parte dell'esercito veneto.

Nel 1512 l'esercito veneto vi soggiornò durante il tentativo di liberare la città di Brescia dall'assedio dei francesi comandati da Gastone de Foix.

A seguito dell'edificazione di una chiesa parrocchiale dedicata a San Zenone (fine secolo XVI) il paese venne identificato come San Zeno.

Durante la Repubblica Bresciana (1797), il comune appartenne alla Quadra di Torrelonga.

L'epoca della dominazione napoleonica è segnata dalla soppressione del Comune; la località passò sotto l'amministrazione diretta del Comune di Brescia. Nel 1814, l'arrivo degli

austriaci ripristinò la situazione precedente.

Durante il secolo XIX si costruirono un ponte in località Sörèc (1817), che sostituì il guado risalente all'epoca romana, e l'attuale cimitero. Nel 1866 venne attivata la linea ferroviaria Brescia - Cremona con stazione ferroviaria posta all'interno del territorio e che avrebbe servito, oltre che il comune di San Zeno, anche quello di Folzano.

Nel 1881 durante una riforma amministrativa del Regno d'Italia il comune assunse il nome di San Zeno Naviglio e ricevette dallo smembrato Comune di Sant'Alessandro le località Pontevica, Caselle, Garza e San Bartolomeo, tutte poste a nord del paese.

Nel 1893 si concluse la costruzione della San Zeno - Piadena, tratto

ferroviario dell'importante linea Iseo - Brescia - Parma - La Spezia. Nel corso di quel secolo si assistette al progressivo
abbandono della gelsobachicoltura, della coltivazione della vite e della coltivazione a lama.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale il comune conobbe uno sviluppo straordinario. Negli anni '60 si superarono i 2000 abitanti, negli anni '80 i 3000. Vennero aperte numerose attività artigianali e industriali (Stabilimento Lucchini negli anni '50, Stabilimento SETA, ora Duferdofin, negli anni '70, zona artigianale San Zeno 2 negli anni '80, una seconda zona artigiale negli anni '90). Dagli anni '70 l'area ai confini con il comune di Borgosatollo è attraversata dall'autostrada A21 Brescia - Piacenza - Torino.

Agli inizi del III millennio, a seguito dell'edificazione di una vasta area compresa tra la Stazione ferroviaria e la Cascina Pontevica si è raggiunta la soglia dei 4000 abitanti e si presume che si raggiungerà presto la quota 5000.

Economia

Agricoltura, artigianato, terziario. Sul territorio si trovano stabilimenti

siderurgici. È accentuato il fenomeno del
pendolarismo soprattutto verso il capoluogo.

Giorno di mercato: venerdì

Cultura

Ricorrenze

San Zenone (9 dicembre)

Conformazione Urbana

La località principale (San Zeno) si è sviluppata nei secoli attorno ad un unico baricentro, la Chiesa Parrocchiale e un unico asse viario: la strada postale Brescia - Cremona (ora provinciale 45 bis). La presenza di numerosi corsi d'acqua a est della strada postale (roggia Volta, canale Naviglio) ha sempre impedito lo sviluppo verso quel senso, ad eccezione della Cascina Naviglio che però rimase isolata fino agli anni '70 del XX secolo.

Lungo la strada postale per Folzano, nei pressi della Cascina Pietà, sorse la Contrada Cantarane, unico insediamento esterno al centro storico vero e proprio che non facesse parte di una cascina a corte.

A partire dagli anni '30 del XX secolo si iniziò a sviluppare urbanisticamente il paese perpendicolarmente alla Brescia - Cremona e l'utilizzo della strada postale per Folzano (ora Via Roma) come asse portante fu quasi un obbligo.

Negli anni '70 si decise di edificare anche l'area ad est della Brescia - Cremona con la costruzione del Villaggio Marcolini e di un quartiere fra quest'ultimo e la località Caselle (realizzato solamente negli anni '90). L'insediamento fu possibile per la costruzione di ben due ponti che hanno scavalcato il canale Naviglio e per la progressiva copertura delle rogge che caratterizzavano la zona.

Nello stesso periodo si assistette alla costruzione dello stabilimento siderurgico della Seta, nella zona compresa tra le località Aspes e Sörèc, per la quale fu necessario l'abbattimento della Cascina Bisletti.

Negli anni '80 in un'ottica di riprogrammazione urbana, si decise di sfruttare le aree agricole poste tra lo stabilimento e le due linee ferroviarie per concentrarvi tutte le aziende artigiane della zona: era l'area artigianale San Zeno 2. Il progetto sostanzialmente è fallito, perché la forte domanda di insediamenti produttivi fu superiore allo spazio disponibile. Quindi si decise di costruire delle aree artigianali anche a nord della località Caselle, lungo la provinciale per Borgosatollo, e degli insediamenti commerciali lungo la Brescia - Cremona a nord del paese vero e proprio.

La zona a ovest del paese, che godette di uno sviluppo in epoche scarsamente attente alla pianificazione urbana, si trovò nell'assurda mancanza di strade di quartiere che collegassero le diverse zone residenziali tra loro. Per ovviare a tale mancanza, alla fine degli anni '90 si progettò un intero quartiere, a est della linea ferroviaria, a nord della località Cantarane, a ovest del Centro Storico e a sud della Cascina Pontevica, che unisse le suddette zone fino a quel momento collegate solamente dalle strade San Zeno - Folzano e Brescia - Cremona. Nonostante le numerose polemiche, il quartiere è stato completato agli inizi del 2004.

Al momento il problema principale della pianificazione urbana riguarda il traffico automobilistico della strada Brescia - Cremona che taglia in due il paese. Le diverse amministrazioni comunali succedutesi in questi anni hanno studiato la fattibilità di soluzioni in ambito comunale (tangenziale esterna al paese) o provinciale (dirottamento del traffico sull'Autostrada Brescia - Piacenza) con preferenza verso quest'ultima soluzione.

Monumenti

Chiesa Parrocchiale

Sorta nel XVI secolo su di una precedente cappella, è dedicata a San Zenone Vescovo di Verona e patrono dei pescatori (ma anche delle inondazioni, piuttosto frequenti nella zona durante il Medioevo).

L'edificio si presenta a croce latina orientata verso oriente con tre navate. Le navate laterali hanno un altare minore: quello a sinistra dell'Altare Maggiore è dedicato a Santa Maria Vergine, quello a destra a Sant'Antonio Abate sebbene la pala presente raffiguri una rappresentazione dell'Assunzione.

L'Altare Maggiore è caratterizzato sullo sfondo da un coro ligneo. La pala mostra San Zenone in adorazione. È inoltre presente una raffigurazione della Natività.

La fonte battesimale è posta sul fondo della navata sinistra. È presente un affresco che rappresenta il battesimo di Gesù Cristo;. Tutte le opere sono in stile

rinascimentale, salvo i  confessionali,
recentemente ristrutturati, e le vetrate, opera di un artista locale, che hanno sostituito quelle originali andate perdute negli anni '60 del XX secolo.

Esternamente, l'edificio ha una struttura rinascimentale con una facciata in stile romanico. La bizzarra fusione dei due stili fu frutto delle decisioni assunte dal ristrutturatore che intervenne nell'allargamento effettuato alla fine del XIX secolo. Questa operazione comportò l'abbattimento del campanile originale e la sua sostituzione con una torre campanaria in stile romanico, alta all'incirca 30 metri. Un restauro avvenuto negli anni '80 del XX secolo ne ha modificato l'aspetto esteriore e ha sostituito la cupola originale in cemento con una in bronzo.

Cascina Pietà

Non si conoscono le esatte origini di questa cascina a corte. La prima testimonianza risale al testamento di Bartolomeo Colleoni che, non avendo avuto discendenti diretti, la cedette ad un ramo della famiglia Martinengo assieme alla Cascina Naviglio. Nel testamento venne definita Intra Naviglio per distinguerla dall'altra.

Il nome attuale deriva dalla confraternita Pietà di Bergamo, che fu proprietaria dell'edifico per larga parte dei secoli XVII e XVIII. Il portone d'ingresso principale in marmo fu probabilmente costruito in quel periodo, come attestano le iscrizioni poste su di esso. A metà del secolo XVIII la proprietà passò alla famiglia Lechi e agli inizi del secolo XX ai Conti Panciera di Zoppola, attuali proprietari.

L'edificio fu in stato d'abbandono per tutti gli anni '90 del XX secolo. A seguito di un massiccio restauro, che ne ha stravolto volumi e aspetto, è divenuto un centro residenziale. La cascina originale si presentava con due portoni d'ingresso a lato ovest, il principale dei quali (quello a sud) in marmo di Botticino. Sul lato ovest erano poste le abitazioni dei lavoratori, mentre su quello nord c'era la zona del massaro o fattore. A nord-ovest era posta una costruzione più alta di tutte le altre, all'interno della quale si trovavano delle feritoie per arco e balestra di origine ignota. Ipotesi suggestiva è che la cascina sorga su un castello che avesse avuto il compito di proteggere gli abitanti di Trevonzo dalle scorrerie ungariche e che ne abbia in parte ereditato la funzionalità, al meno nei primi anni della sua esistenza. Sul lato a est si trovavano le stalle e i fienili, mentre su quello a sud si trovavano i capanni degli attrezzi.

Cascina Naviglio

La prima testimonianza è il testamento di Bartolomeo Colleoni che lasciava l'edificio ad un ramo della famiglia Martinengo diverso da quello che diventò proprietario della cascina Pietà. I Martinengo rimasero proprietari della cascina fino al 1856, quando passò in mano alla Compagnia d'Assicurazione contro gli incendi che la vendette alla fine del secolo XIX agli attuali proprietari.

La casa del massaro è la costruzione più alta di tutto il complesso ed è posta a sud - ovest. Lungo tutto il lato ovest e nord si trovavano le abitazioni dei lavoratori, mentre ai lati est e sud si trovano i fienili e le stalle. A nord-ovest della cascina si trova un edificio slegato dal complesso a corte: il mulino, privo di pala. Gli ingressi sono tre: il principale è rivolto verso il portale in marmo della Cascina Pietà; vi è poi un ingresso sul lato est e un altro sul lato sud, nei pressi della casa del massaro.

L'attuale uso della Cascina è prettamente agricolo essendo sede dell'azienda agricola Naviglio. Sono abitabili soltanto il lato ovest e la casa del massaro (recentemente restaurata); il resto dell'edificio è pericolante e sottoposto al vandalismo della popolazione locale, come attesta il furto di una maschera in marmo posta sopra l'ingresso verso est.

Nei pressi del mulino nasce la roggia Monterona che irriga la campagna a sud di San Zeno e quella a nord di Montirone.

Cascina Pontevica

È improprio utilizzare il termine cascina per indicare il complesso della Pontevica. Infatti l'edificio è una vera e propria villa di campagna, costruita dai nobili Pontevichi che le diedero il nome. Le prime testimonianze della costruzione dell'edificio, posto nell'allora territorio del comune di Sant'Alessandro (soppresso dalla riforma amministrativa del 1881), risalgono agli inizi del XVI secolo. Si sa che l'edificio venne completato alla fine del secolo.

Il palazzo è una via di mezzo fra una cascina a corte e una fortificazione: è strutturato su quattro lati e possiede un grosso cortile interno. Per ogni angolo vi è una torre: un edificio più alto delle costruzioni a lato. L'ingresso è posto a sud con un portale in marmo. A sud, separato da una strada (un tempo decumano della centuriazione romana) si trova un edificio a forma di U: la casa del massaro.

L'edificio è stato abitato e mantenuto fino agli inizi degli anni '90. Al momento risulta abbandonato dagli attuali proprietari.

Vecchio municipio (ora casa degli anziani)

È un cascinale che divennne proprietà del Comune di San Zeno attorno al XVIII secolo e che ne fu la sede fino al 1968, quando venne costruita una nuova sede presso l'edificio della scuola elementare.

Durante gli anni '80 fu progressivamente restaurato diventando centro residenziale per anziani, sede della biblioteca comunale e filiale dell'USSL ora ASL locale.

I ponti sul Naviglio

I ponti costruiti nel secolo XIX sono due. Uno è posto in località Sörèc la cui costruzione avvenne successivamente il 1817, come attestano i documenti a disposizione dell'archivio comunale. Il secondo è posto nei pressi della Cascina Naviglio e collega il complesso con la strada provinciale Brescia - Cremona. L'epoca di costruzione è ignota sebbene lo stile lo faccia risalire all'Ottocento. Il ponte della Cascina Naviglio in realtà è un doppio ponte perchè scavalca anche la roggia Monterona che in quella zona affianca il canale Naviglio.

Nel secolo XX si sono aggiunti altri due ponti. Il primo congiunge il Villaggio Marcolini con la zona attorno alla Chiesa Parrocchiale e fu costruito negli anni '70. Il secondo congiunge il Villaggio Marcolini con la zona delle Case Bianche e fu costruito alla fine degli anni '80 per unire le due zone residenziali senza dover passare per la provinciale Brescia - Cremona.

La località Aspes

Aspes è una località posta a circa 2 km sud-ovest dal centro del comune ed è collegata ad essa attraverso la strada comunale San Zeno - Aspes (Via Aspes). È attraversata dal vecchio vaso del Torrente Garza, attualmente chiamato Melo/Molone o Garza (sebbene quest'ultimo termine non sia quello corretto) che, con l'attuale situazione delle risorgive nella zona, nasce di fatto nei pressi del mulino posto al centro della località.

In epoca romana la località era posta all'incrocio fra un decumano della centuriazione di Brescia (probabilmente quello che attraversava Folzano e la località Borgo Poncarale;) e il cardo Borgosatollo - Flero. Probabilmente il vico che si era formato si trattava di un insediamento autonomo o collegato alla vicina Villa Romana di Poncarale. Si sono trovate testimonianze numerose testimonianze archeologiche di questo insediamento e si sospetta l'esistenza di un mulino.

Durante l'epoca tardoantica e epoca romano - barbarica la zona, che era regolarmente coltivata, si impaludò. Il nome della località deriva dal longobardo Aspexo, cioè Aspide, una vipera che viveva nella zona. Durante l'epoca carolingia il testamento di un possidente longobardo dimostra che a quel tempo esisteva un insediamento (il lascito tratta il passaggio di una casa colonica) il quale era noto come Aspes o Palude Mala.

Agli inizi del II millennio l'Aspes era compresa nel territorium civitatis della città di Brescia e successivamente fece parte del comune di Folzano, come testimonierebbero alcuni documenti della Parrocchia San Silvestro della frazione bresciana (dal 1881 Folzano non è più comune). È ignoto il momento in cui la località passò al comune di Tregoncio/San Zeno.

Nel 1570 si attesta la definitiva bonifica dei terreni che circondano la zona che all'epoca erano possedimento dei

Martinengo Colleoni e feudo dei Gonzaga.

Nel 1624 vi è la prima testimonianza della presenza dell'Oratorio di Santa Maria dell'Assunta.

Nel corso del XVIII secolo i Lechi acquistarono la località e costruirono un palazzo estivo, tuttora esistente, dove nacque il generale Giuseppe Lechi. Fu in quel periodo che venne costruita una filanda nella quale venivano lavorati i bachi prodotti nella zona. La deviazione del Garza da parte dell'amministrazione veneta di Brescia verso le campagne di Ghedi (anni '90 del XVIII secolo) non ridusse l'attività della filanda. Il vecchio vaso rimase attivo grazie alla presenza delle risorgive nella zona.

Durante il secolo XIX i terreni e gli edifici passarono ai Martinengo di Villagana che in seguito li vendettero ad alcune famiglie di agrari della zona. La chiusura della filanda, probabilmente a causa della crisi della coltivazione del gelso che colpì l'Italia nell'Ottocento, pose fine a qualunque tentativo di sviluppo industriale della località. Dopo la seconda guerra mondiale avvenne il progressivo isolamento della località rispetto alle realtà circostanti, che a sua volta provocò la riduzione della popolazione. Vennero dismessi i guadi per Flero, venne chiusa e poi messa a coltivazione la strada che collegava la località a Borgo Poncarale. La costruzione dello stabilimento della SETA chiuse la strada che collegava l'Aspes alla località Bisletti e a Borgosatollo. L'unico collegamento esterno rimasto è la strada comunale San Zeno - Aspes pavimentata in asfalto solamente nel 1987.

Di rilevanza particolare il vecchio mulino, probabilmente costruito successivamente al XV secolo, ora in stato pericolante, che possiede intatta la pala (o rasega).

Riferimenti

Attilio Mazza, Il Bresciano, Editrice Bortolotti, Bergamo, 1987.

Carlotta Coccoli, San Zeno Naviglio e il suo patrimonio storico, Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia, 1999.

Cinzia Bonetti, Storia della Chiesa Parrocchiale di San Zenone in San Zeno Naviglio, Diocesi di Brescia, Brescia, 1990.


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