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Sonda spaziale Cassini

La sonda Cassini è una sonda spaziale interplanetaria con il compito di studiare il sistema di Saturno, comprese le sue lune e i suoi anelli. La missione è stata lanciata nel 1997 e attualmente (2004) è appena arrivata al suo obbiettivo.

Mercoledì 1 luglio 2004 - 04:12 GMT : la sonda Cassini effettua con successo la manovra di inserimento nell'orbita di Saturno, dopo un viaggio di 3 miliardi e mezzo di chilometri durato 7 anni (la traiettoria non è stata diretta, ma caratterizzata da una serie di "flyby" con vari pianeti). il 6 luglio compie il suo primo passaggio ravvicinato su Titano, la maggiore luna del pianeta. Sono state osservate quelle che sembrerebbero nubi di metano, e un gigantesco cratere da impatto. La navetta farà 40 orbite intorno al satellite fino al 2008, e ad ottobre 2004 passerà a soli 1200 Km di quota.

Sviluppata dalla NASA in collaborazione con l'ESA (l'agenzia spaziele europea) e con l'ASI (l'agenzia spaziale italiana, la sonda Cassini è un prodigio della tecnologia spaziale del 20esimo secolo: alimentata da tre generatori atomici, è dotata di 12 differenti strumenti, due registratori digitali di dati, due computer primari e 50 computer secondari.

http://saturn.jpl.nasa.gov/multimedia/images/spacecraft/images/image3.jpg

Alta 7 metri (quanto una casa di 3 piani) e larga 4, questa sonda da 6 tonnellate è dotata di un'antenna parabolica larga poco meno di 4 metri, un'asta-magnetometro lunga 13 metri, 22.000 connessioni elettriche, 12 chilometri di cavi elettrici, 82 unità di riscaldamento a radioisotopi, 16 motori di assetto ("thrusters") a idrazina, e praticamente ogni sistema è affiancato da un analogo sistema, di riserva, per minimizzare le probabilità di guasti, che non avrebbero possibilità di essere riparati: la sonda si trova attualmente a circa un miliardo di chilometri dalla Terra, e i suoi segnali radio, pur viaggiando alla velocità della luce (300 mila chilometri in un secondo) impiegano circa 90 minuti per raggiungere la Terra.

Attaccata alla sonda principale è presente una sonda secondaria, Huygens, che inizierà la sua missione nel gennaio del 2005, dirigendosi sulla luna Titano, dove dovrebbe effettuare un atterraggio morbido con l'ausilio di un paracadute, allo scopo di studiare la superficie del satellite, finora mai osservato né da Terra né da altre sonde precedenti.

Nell'animazione sottostante è possibile vedere come è posizionata la sonda Huygens sul corpo di Cassini (è il "cono" sulla fiancata).

http://saturn.jpl.nasa.gov/overview/images/spacecraft-rotating-11.gif

Qui sotto una foto che dà un'idea delle dimensioni di Huygens:

http://saturn.jpl.nasa.gov/overview/images/probe-esa.jpg

Un'immagine che illustra, con un parallelismo uomo-macchina, la dotazione di Cassini:

http://saturn.jpl.nasa.gov/spacecraft/images/sc-components-litho.jpg

Cassini è stata l'ultima delle "grandi" missioni spaziali della NASA. Ne ha tutte le caratteristiche tipiche: grandi dimensioni, grande abbondanza di apparecchiature, lungo tempo di sviluppo e costo elevatissimo: circa 5 miliardi di dollari, comprensivi delle operazioni durante la vita della sonda, che sarà alla fine di circa un decennio. Dopo lo sviluppo della Cassini, la NASA passò alla filosofia faster, better, cheaper (più veloce, meglio, più economico), con alterni risultati.

Al momento del lancio, i generatori atomici della Cassini provocarono numerose polemiche da parte di ambientalisti che sottolineavano il rischio di contaminazione ambientale in caso di incidente. I generatori atomici della Cassini sono sono unità RTG passive: non hanno reattori atomici, ma sfruttano semplicemente il calore prodotto dal decadimento radioattivo di una piccola quantità di plutonio per produrre corrente elettrica. Per dirla in modo immaginoso, sono un piccolo contenitore di scorie nucleari che le usa per produrre energia. Nel peggiore dei casi, un incidente comporterebbe lo spargimento del plutonio nell'atmosfera. La NASA sottolineò come le unità RTG fossero rinchiuse in un contenitore progettato apposta per sopravvivere anche all'esplosione totale del razzo, e se pure esso si fosse rotto, la quantità di plutonio era così piccola da far aumentare a malapena il livello di radioattività rispetto al fondo di radioattività naturale già presente nella zona. La questione venne messa a tacere dal lancio, che risultò perfetto.

È da notare che, in una missione precedente, un'unità RTG simile a quella della Cassini uscì effettivamente intatta dall'esplosione del razzo che la conteneva. L'unità fu recuperata e le sue condizioni erano talmente buone da essere imbarcata in una missione successiva.

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