Pagina iniziale | Navigazione |
Google

Storia della musica

La musica esiste da tempi antichissimi, sicuramente da prima ancora che ne rimanesse traccia storica. Non c'è stata civiltà che prima o poi non abbia sviluppato un proprio sistema musicale, o che non ne abbia adottato uno, seppure adattandolo alle sue necessità e ai suoi gusti.
Si può presumere che le primissime forme di musica siano nate soprattutto dal ritmo: magari per imitare battendo le mani o i piedi il cuore che batte, o il ritmo cadenzato dei piedi in corsa, o del galoppo; o magari alterando, per gioco e per noia, le fonazioni spontanee (eh!, ah!) durante un lavoro faticoso e monotono, come per esempio il pestare il grano raccolto per farne farina, o il chinarsi per raccogliere piante e semi, ecc.: sta di fatto che i primi strumenti musicali sono stati quelli a percussione, cioè i tamburi.
Lo strumento più antico del mondo è senz'altro il tamburo a fessura: un cilindro cavo, con una fessura longitudinale lungo la superficie esterna: viene suonato percuotendolo con le bacchette sulla fessura stessa. Le versioni più antiche e primitive ritrovate consistono in un tronco cavo, privo di fessura ma appoggiato trasversalmente sopra una buca nel terreno, che veniva suonato dai suonatori percuotendolo con i piedi mentre stavano in piedi su di esso.
Altrettanto antica è l'origine dei sonagli, che però avevano una connotazione magico-religiosa di "amuleto sonoro" e non di strumento per fare musica, funzione che assunsero solo più tardi. Successivamente nacquero gli strumenti a fiato (corno, flauto) e a corde (lira e cetra), di cui esistono testimonianze greche, egizie e mesopotamiche di un millennio avanti cristo. Non solo, ma quei popoli conoscevano già i principali intervalli fra i suoni (non parliamo ancora di note): quinte, quarte ed ottave, e li usavano come base per alcuni sistemi di scale.

Tuttavia la musica veniva tramandata sempre per via orale, da maestro ad allievo: un fondamentale passo avanti venne compiuto nel IV secolo dopo Cristo, quando iniziarono ad essere usati sistemi di linee che consentivano ai musicisti di scrivere su carta i loro brani: uno di questi sistemi (tetragramma) fu perfezionato da Guido d'Arezzo (992 ca.-1050 ca.) con l'uso delle note sugli spazi e sulle linee, dotate di nomi propri (Ut, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si). Poco dopo il tetragramma di Guido d'Arezzo acquisì una linea orizzontale in più e mutò il nome Ut in Do, divenendo il familiare pentagramma a noi noto.
La musica occidentale si sviluppò poi per i secoli successivi perfezionando il suo sistema tonale di sette toni (o note): due pietre miliari della sua storia sono il trattato "De Institutioni Harmonicae" di Gioseffo Zarlino (1589) in cui le leggi dell'armonia (e quindi della polifonia) vengono finalmente definite in modo completo ed esauriente, e le composizioni di Bach per "Clavicembalo ben temperato" (1722) che introducono il cosiddetto "temperamento equabile", adottato universalmente da allora in poi fino ai giorni nostri, in cui tutti i dodici semitoni assumono eguale distanza relativa all'interno di una ottava e pari alla radice dodicesima di due.
Nel secolo d'oro della musica classica occidentale, gli anni che vanno dal 1750 al 1850, essa si esprime in forme sempre più ricche ed elaborate, come la musica sinfonica ed operistica, sfruttando sempre più estesamente le possibilità espressive fornite dal sistema armonico e tonale costruito nei secoli passati. Alla fine la ricerca, sempre più esasperata, di nuove sonorità porta alla crisi del sistema delle tonalità, espressa nella famosa ouverture del "Tannhauser" di Richard Wagner del 1845, che contiene in sè tutte le tonalità possibili. Da questa crisi, affrontata dai compositori successivi con un crescente ricorso ad armonie e melodie dissonanti, cioè in parte al di fuori del sistema delle tonalità, la musica occidentale esce con Arnold Schönberg e la musica dodecafonica che abbandona completamente il concetto di assonanza/dissonanza, di tonalità e di scala musicale, e tiene a battesimo la musica contemporanea.

All'inizio del XX secolo, quindi, la musica occidentale è ormai profondamente cambiata, e scossa fin dalle fondamenta. Non solo ma cambiano anche, grazie alle invenzioni recenti della radio e del fonografo, i modi e i tempi di ascolto della musica stessa, prima limitati a concerti in locali appositamente adibiti, come teatri, locali, club o case private. Da una parte inizia a crearsi un pubblico potenziale più vasto e meno acculturato, che apprezza strutture melodiche e armoniche più semplici, dall'altra mai come in questo periodo storico è stato facile, per chi volesse suonare, procurarsi uno strumento e imparare a usarlo.
Questo permette l'emergere sulla scena musicale di un genere di musica completamente nuovo, che fino a quel momento si era espresso solo nelle chiese del Sud degli stati uniti, con i gospel e gli spirituals, o clandestinamente nei locali per negri o nei club del proibizionismo: la musica dei negri d'america, il blues. Questo genere, assieme al country, inizia ad essere trasmesso dalle radio private negli anni della grande depressione dopo il crack del 1929: i bluesmen dell'epoca erano nella quasi totalità degli autodidatti che iniziavano con un vecchio strumento rimediato, che imparavano a suonare da soli, come Louis Armstrong con la cornetta. Non avendo nessuna educazione musicale "accademica" e avendo un vissuto e un modo di sentire completamente diversi da quelli di qualunque altro autore, ciò che suonavano risultava ovviamente del tutto originale.
A questo si deve aggiungere una seconda rivoluzione, anche questa tecnologica: l'invenzione dell'altoparlante e dell'amplificazione audio, che permette di far suonare assieme strumenti che mai e poi mai potrebbero farlo altrimenti (come per esempio una chitarra, una batteria di tamburi e un pianoforte) perchè il suono di alcuni di essi coprirebbe completamente gli altri. Questa nuova possibilità tecnica creò l'occasione per un nuovo modo di fare musica, occasione che la musica "ufficiale" colta non seppe cogliere ma che la nuova musica popolare invece non ebbe alcun problema ad adottare, creando la grande fioritura di nuovi stili e generi (rock, soul, pop, funky, Jazz, metal, fusion ecc.) degli anni dal 1960 al 1980 che, sia pure in misura minore, continua ancora oggi. Con le innovazioni tecniche della seconda metà del '900 sono nati nuovi generi musicali, caratterizzati dall'utilizzo dei nuovi strumenti (sintetizzatori , campionatori, computer). Questi sono: Musica Concreta, Musica Elettronica.


GNU Fdl - it.Wikipedia.org




Google | 

Enciclopedia |  La Divina Commedia di Dante |  Mappa | : A |  B |  C |  D |  E |  F |  G |  H |  I |  J |  K |  L |  M |  N |  O |  P |  Q |  R |  S |  T |  U |  V |  W |  X |  Y |  Z |