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Storia di Milano

Milano fu fondata dai Celti attorno al 600 AC; secondo una tradizione il fondatore fu il gallo Belloveso, vincitore delle precedenti popolazioni etrusche. Dopo essere stata la piů importante citta dei Galli Insubri, Milano fu conquistata dai romani nel 222 AC, i quali le dettero il nome di Mediolanum (in mezzo alla pianura); la cittĂ  fu chiamata anche Mailand, nome passato alla lingua tedesca. Nel 49 AC divenne municipio e successivamente crebbe di importanza fino a diventare nel 293 capitale dell’Impero Romano d’Occidente.

A Milano Costantino promulgò l'editto che consentiva il culto cristiano e fu istituita una diocesi; questa nel periodo del Vescovo Ambrogio e dell’imperatore Teodosio I divenne il centro piů importante della Chiesa d'Occidente. Successivamente le scorrerie barbariche comportarono il trasferimento della capitale dell'impero a Ravenna nel 402 e la decadenza della cittĂ . Nel periodo di dominio degli Ostrogoti e dei Longobardi si ebbe una germanizzazione della regione intorno a Milano e di altre aree che complessivamente vennero chiamate Longobardia; questo termine trasformato in Lombardia passò a designare la regione intorno a Milano.

Nel periodo franco, dopo il 774, si ebbe una ripresa di Milano, in precedenza sovrastata da Pavia, la capitale dei Longobardi; la cittĂ  fu sede di un conte imperiale e di un vescovo influente. Disfattosi l'impero carolingio, i poteri politici furono detenuti dai conti, divenuti poi marchesi, e dai vescovi. Questi prevalsero nel X secolo a all'inizio dell'XI, in particolare con la figura di Ariberto d'Intimiano.

Nell'XI secolo, a scapito dei poteri del conte imperiale e del vescovo, si ebbe una crescita d'importanza dei piccoli feudatari, favoriti da imperatori come Corrado II, e soprattutto dei nuovi ceti dei mercanti e degli artigiani che nel 1042 giunsero anche ad avere il sopravvento. Dopo un periodo di conflitti nei quali giocò un ruolo anche il movimento religioso dei Patari, approfittando dell'indebolimento del controllo imperiale e vescovile, le famiglie piů influenti si strinsero in associazioni, assumendo, di fatto, il governo della cittĂ . Nel 1097, la nascita del consolato (consolatus civium), una magistratura che esercitava le funzioni amministrative e giudiziarie, segnò per Milano il definitivo raggiungimento dell'assetto comunale. I consoli, scelti tra gli aristocratici e i militari, erano eletti annualmente e governavano con l'aiuto di un Consiglio cittadino composto da 800 membri.

L'affermarsi dei nuovi organi di governo coincise con l'attuazione da parte del comune di una politica espansionistica nei confronti del contado e dei centri urbani e commerciali piů piccoli, che rispondeva sia alle ambizioni egemoniche dei feudatari, sia alle aspirazioni economiche dei borghesi. Tale politica giustificò la distruzione di Lodi (1110), la guerra contro Como (1118-1127), che assicurò a Milano l'accesso ai valichi svizzeri, e la conquista di Crema, 1130. Affermata la sua preminenza sulle cittĂ  padane, Milano rappresentò la principale antagonista di Federico Barbarossa, quando questi si propose di restaurare in Italia l'autoritĂ  imperiale, rivendicando i diritti regali («regalie») che i comuni si erano arrogati. Distrutta completamente nel 1162, Milano si pose a capo di una Lega anti-imperiale che raccolse la quasi totalitĂ  delle cittĂ  lombarde, la Lega Lombarda. Sconfitto Barbarossa a Legnano nel 1176, la pace di Costanza (1183) confermò le regalie ai comuni dietro un cospicuo pagamento in denaro all'imperatore.

In seguito, i contrasti sociali all'interno della città si acuirono, e il disordine che ne derivò favorì la nascita di poteri autoritari. L'istituzione del podestà (1186) e l'organizzazione da parte dei ceti borghesi del commune populi opposto al commune militum dei nobili costituirono le premesse dello scontro tra guelfi e ghibellini che per quasi un secolo alimentarono le lotte tra Torriani e Visconti, risoltesi nel 1330 con l'attribuzione ad Azzone Visconti della signoria della città.

Intanto l'economia della cittĂ  era andata crescendo: dal secolo XIII Milano era una delle poche cittĂ  del tempo ad avere piů di 100 000 abitanti, l'artigianato era in pieno sviluppo, soprattutto per la lavorazione dei metalli e dei tessuti, agricoltura e allevamento erano fiorenti ed i traffici intensi, anche grazie ad una efficiente rete di canali. L'inizio della costruzione del duomo da parte di Gian Galeazzo Visconti nel 1395 manifestava nel modo piů tangibile la affermazione della floridezza della cittĂ  e della signoria dei Visconti, divenuta Ducato nel 1395.

La signoria dei Visconti si concluse con Filippo Maria, morto senza eredi. si ebbe allora un tentativo di restaurazione dei poteri comunali, soffocato però nel 1450 da Francesco Sforza, condottiero che era stato al servizio dei Visconti, che diede inizio alla signoria degli Sforza. Segui` un periodo di stabilità e prosperità, in particolare con lo sviluppo della coltivazione del gelso e della lavorazione della seta. A manifestare l'orgoglio questa crescita forono compiute opere come il Castello sforzesco e l'Ospedale Maggiore. Gli Sforza inoltre riuscirono ad attrarre a Milano personalità come Leonardo da Vinci e Bramante. Contemporaneamente gli Sforza condussero azioni espansive nell'Italia Settentrionale e in altre regioni che portarono a scontrarsi con gli interessi delle altre potenze italiane, soprattutto con la Repubblica di Venezia e con la signoria di Lorenzo de' Medici.

A conclusione della signoria di Lodovico il Moro, nel 1499 Milano fu conquistata da Luigi XII di Francia, per poi passare alla Spagna e nel XVIII secolo all’Austria. Tornata all’Austria dopo il periodo napoleonico con il Regno Lombardo-Veneto, nel 1859 passò al Regno di Sardegna dopo la Seconda Guerra d’Indipendenza.


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