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Trieste

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Trieste
Paese: Italia
Regione: Friuli-Venezia Giulia
Provincia: Trieste di Trieste  (TS )
Latitudine: 45° 39‘ Nord
Longitudine: 13° 46‘ Est
Altitudine:  m s.l.m.
Superficie: 84 km2
Popolazione:
 - Totale
 - Densità

209.520
2.494 ab/km2
Frazioni:  
Comuni limitrofi: Muggia, Sgonico, San Dorligo della Valle, Duino-Aurisina
CAP: 34100
Prefisso telefonico 040
Codice ISTAT: 032006
Codice fiscale: L424
Abitanti (nome): triestini
Sito istituzionale: trieste.it

Trieste (in sloveno e in croato Trst, in ladino Trièst) è un comune con 210.000 abitanti, al confine con la Slovenia. È capoluogo dell'omonima provincia nonché della regione Friuli-Venezia Giulia.

Table of contents
1 Storia
2 Economia
3 Cultura

Storia

In tempi antichi (II secolo AC) venne fondata come colonia romana con il nome di Tergeste. Essa prosperò sotto i romani e venne conquistata dai longobardi prima e da Carlomagno poi (nell'VII secolo). Nel XII secolo diviene un comune libero, dopo un paio di secoli di battaglie con la sua rivale Venezia. Trieste si pose sotto il controllo (1382) del Duca d'Austria conservando però una certa autonomia fino al XVII secolo.

Nel 1719 divenne porto franco ed in quanto unico porto di grandi dimensioni dell'Impero Austriaco, Trieste fiorì e nel 1867 divenne capitale della regione del litorale adriatico austriaco "Küstenland". Nonostante il suo stato privilegiato di unica città di mare dell'Impero Austro-Ungarico, Trieste mantenne sempre in primo piano nei secoli i legami culturali e linguistici con l'Italia, infatti, anche se la lingua ufficiale della burocrazia era il tedesco, l'italiano (o il dialetto italiaco venetofono) rimase sempre la lingua più parlata dagli abitanti.

Trieste fu il centro dell' irredentismo movimento che puntava alla annessione all'Italia di tutte quelle terre abitate da secoli da popolazioni di cultura italiana (o italica) ma che ancora non facevano parte dell'Italia d'allora (terre "irredente" appunto). Nel 1919 dopo la prima guerra mondiale, Trieste e la sua provincia vennero annesse all'Italia con grande gioia e festeggiamenti della popolazione, anche se quel momento coincise con la perdita di importanza della città stessa che da seconda città e porto più importante di un impero, si ritrovò ad essere una delle tante città mediamente importanti dell'Italia.

Dopo la seconda guerra mondiale e la conseguente sconfitta dell'Italia, la Jugoslavia del Maresciallo Tito, forte della sua vittoria, del sostegno dell'Unione Sovietica e d'una certa connivenza con alcuni partiti politici italiani, rivendicò la Dalmazia, l'Istria e gran parte della Venezia-Giulia nonostante queste aree fossero abitate in maggioranza da italiani con presenze slovene nella Giulia e croate in istria e dalmazia. Tito puntava ad annettere tutte le terre in cui ci fosse anche la minima presenza linguistica slava (slovena in particolare) e secondo alcune sue dichiarazioni queste zone avrebbero dovuto comprendere tutta la bassa friulana e sarebbero arrivate fino al fiume Tagliamento al confine con la regione Veneto. Soprattutto nella provincia di Trieste questo creò molti conflitti interni anche nella stessa sinistra. La conseguente occupazione di Trieste da parte delle truppe titine aprì un periodo duro che ha segnato violentemente la storia di queste terre. In quei giorni infatti, ebbe inizio l'esodo di 300.000 italiani che dovettero abbandonare tutti i loro beni scappando da Istria e Dalmazia. L'entità di questa cifra è dimostrata da censimenti nel dopoguerra (in Italia, Argentina, Australia e USA) e dalla quantità di case per profughi costruite in Italia.

Parallelamente vide il suo massimo picco la tragedia delle foibe, un atto di pulizia etnica voluto da Tito per sbarazzarsi di oppositori politici e dominare la popolazione infondendo terrore, come dimostrato dall'affermazione di Edward Kardelj (vice di Tito) che dichiarò: "ci fu chiesto di far andar via gli Italiani con tutti i mezzi e così fu fatto".

Le foibe titine non vanno assolutamente confuse con "le prime" foibe, cioè l'evento che portò le minoranze slave (slovene e croate) ad insorgere contro gli italiani ed in particolare contro agli ex appartenenti all'ormai sconfitto regime fascista in una sorta di "restituzione" dei torti subiti durante i decenni precedenti. Le prime foibe, da alcuni ritenute "comprensibili" diedero uno sfogo all'ira delle minoranze con un numero limitato (alcune centinaia) di vittime; le foibe "titine" invece, prive di qualunque "giustificazione" morale o sociale, videro la messa in atto di una vera e propria pulizia etnica e politica: oltre ad italiani innocenti ed ex fascisti morirono anche alcuni partigiani contrari alla jugoslavia, donne e bambini per un totale delle vittime attualmente stimato attorno alle 20.000 unità (cifra ricavata dal confronto tra i cadaveri recuperati ed il numero di persone tuttora considerate "scomparse". Ovviamente non sono considerate le innumerevoli cavità in cui i governi Sloveno e Croato non danno ancora l'assenso di esplorare.). Quasi contemporaneamente gli alleati sbarcarono anchessi a Trieste e tentarono di porre fine alle stragi entrando presto in conflitto con la dirigenza comunista jugoslava. Nel 1947 sotto l'egida dell'ONU venne creato il "Territorio libero di Trieste" una sorta di stato a se che era diviso in due zone d'influenza: la Zona A occupata dagli Alleati e la Zona B occupata dagli jugoslavi. Questa situazione continuò addirittura fino al 1954 quando il problema venne risolto semplicemente spartendo il territorio libero di Trieste secondo le due zone già assegnate, anzi, la Jugoslavia riuscì a strappare ancora qualche pezzo arrivando fino ai monti che sovrastano la periferia della città. Per molti triestini questo avvenimento rappresenta la "svendita" delle regioni orientali d'Italia e della città che si vide amputare tutto il suo entroterra (zona diventata oramai a maggioranza slovena dopo che gli italiani erano stati costretti ad andarsene o uccisi). E' assai diffusa tra i triestini e tra gli italiani sopravissuti oltre confine che l'Italia abbia preferito risarcire i danni di guerra in questo modo veloce e sbrigativo piuttosto che spendere ingenti somme di denaro negli anni sucessivi.

Economia

Trieste ha un grande porto con molti ormeggi per grandi navi ed è anche un importante centro industriale. I prodotti principali che vi vengono trattati sono la meccanica industriale e navale, la metallurgia ed il processamento del cibo (nonchè la manipolazione di molti prodotti tipici come nel resto d'Italia). Da Trieste inoltre partono alcuni importanti oleodotti che riforniscono l'intera Europa centrale.

Cultura

Trieste è una città dalla mentalità molto aperta data sia dalla sua posizione geografica di "frontiera" sia per le vicissitudini storiche che ne hanno fatto crocevia di molte lingue e culture. Sia nel comune che nella provincia di Trieste è presente la minoranza di lingua slovena; nella zona prettamente cittadina di Trieste essa è poco presente, mentre nella periferia e sull'altopiano carsico che sovrasta la città la percentuale è maggiore ed aumenta man mano che ci si avvicina al confine.

E' altresì da notare che aldilà del confine avviene la stessa cosa in senso inverso, cioè è fortemente presente la comunità italiana istriana e carsica che mantiene stretti legami culturali con la madrepatria ed in particolare con la città di Trieste.

Fino a qualche decina di anni fa era presente a Trieste anche una nutrita comunità di lingua tedesca, ricordo del periodo austro-ungarico della città, attualmente però è stata superata da altre comunità di paesi limitrofi in particolare dalla comunità serba (molti lavoratori pendolari nell'edilizia) e da quella croata (in quanto molti esuli italiani ma bilingui dopo la guerra sfuggirono alle persecuzioni titine spostandosi a Trieste e portando con se la loro seconda lingua).

Trieste inoltre possiede una comunità scientifica ed universitaria molto conosciuta e rinomata all'estero che richiama ogni anno migliaia di studenti da tutto il mondo e di tutte le culture.


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