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Operazione Barbarossa

Operazione Barbarossa (Unternehmen Barbarossa) era il nome in codice tedesco, per l'invasione dell'Unione Sovietica da parte della Germania Nazista, durante la seconda guerra mondiale. Sarebbe stato il punto di svolta delle fortune naziste, e il suo fallimento portò come risultato alla capitolazione della Germania. Il fronte orientale, che venne aperto dall'Operazione Barbarossa, sarebbe divenuto il più grande teatro di operazioni della seconda guerra mondiale, con alcune tra le più grandi e brutali battaglie, emormi perdite di vite, e condizioni di vita miserabili sia per i russi che per i tedeschi. L'operazione prese il nome da Federico Barbarossa.

Prima dell'Operazione Barbarossa, i rapporti tra Germania e Unione Sovietica erano apparentemente amichevoli, avendo firmato l'inatteso Patto Molotov-Ribbentrop poco prima dell'invasione tedesca e sovietica della Polonia. Si trattava di un patto di non agresione nel quale Germania e URSS si accordavano per spartirsi l'Europa orientale. Il patto era inatteso a causa della mutua ostilità che sorgeva dalle ideologie diametralmente opposte dei due regimi. Ma Adolf Hitler voleva da lungo tempo conquistare la Russia allo scopo di schiavizzare la sua popolazione slava (i suoi untermensch). Quindi il patto era stato siglato semplicemente per una convenienza a breve termine e i nazisti non ebbero remore a romperlo per assecondare i propri interessi.

I lettori del Mein Kampf ("La mia lotta") di Hitler non furono sorpresi di vederlo invadere l'Unione Sovietica. In quel libro, egli rende chiara la sua convinzione che il popolo tedesco avesse bisogno di nuovi territori (Lebensraum - "spazio vitale"), e che questi dovevano essere cercati ad est. Comunque, Stalin era convinto che Hitler non avrebbe attaccato.

Era una politica dichiarata dei nazisti, di uccidere, deportare o ridurre in schiavitù la popolazione russa, che essi consideravano inferiore, e usare la loro terra come Lebensraum.

L'Operazione Barbarossa fu principalmente un parto della mente di Hitler. Il suo Stato Maggiore, lo avvertì dei rischi portati dal combattere su due fronti. Ma Hitler considerava se stesso un genio politico e militare, ed effettivamente a questo punto della guerra, aveva conseguito una serie di vittorie fulminanti contro quelle che parevano insormontabili avvesità. Innanzitutto, la sua impudenza e la volontà di prendersi dei rischi, combinate alla disciplina delle sue truppe e alla tattica della Blitzkrieg, gli aveva fatto vincere i Sudeti e la Cecoslovacchia senza quasi combattere, in seguito Polonia, Danimarca e Norvegia con appena qualche difficoltà in più. Quindi ottenne il rapido crollo dell'esercito francese, attraverso l'invasione del Belgio e l'aggiramento della Linea Maginot. Il Regno Unito sembrava reistere solo per un puro sforzo della volontà. Hitler pensò che era giunto il momento di rivolgersi contro l'ex-amico che stava ad est, sostenendo che per la Wehrmacht era importante colpire, prima che l'Armata Rossa cominciasse ad accarezzare l'idea di invadere la Germania.

Hitler era oltremodo fiducioso, dopo il rapido successo nell'Europa occidentale, si aspettava una vittoria in pochi mesi e non si preparò per una guerra che si sarebbe protratta lungo l'inverno. Non equipaggiò nemmeno le truppe per tale eventualità, dotandole di abbigliamento adeguato a un clima rigido. Sperava in una rapida vittoria contro l'Armata Rossa, che avrebbe incoraggiato la Gran Bretagna ad accettare i termini della pace.

In preparazione all'attacco, Hitler spostò 2,5 milioni di uomini sul confine sovietico, lanciò moltissime missioni di ricognizione aerea sul territorio sovietico, e accumulò enormi quantitativi di materiale ad est. Nonostante ciò i sovietici furono colti letteralmente di sorpresa. Questo fatto ha molto a che fare con la fede incrollabile di Stalin, nel fatto che la Germania non avrebbe attaccato dopo soli due anni dalla firma del Patto Molotov-Ribbentrop. Era anche sicuro che i nazisti avrebbero finito la guerra con i britannici prima di aprire un nuovo fronte. Nonostante i ripetuti avvisi dei suoi servizi segreti, Stalin si rifiutò di dar loro retta, credendo che le informazioni fossero frutto della disinformazione britannica, fatte circolare allo scopo di far scoppiare la guerra tra nazisti e URSS. La Germania contribuì a questo inganno. I nazisti dissero a Stalin che le truppe venivano spostate per portarle fuori dal raggio d'azione dei bombardieri britannici. Spiegarono inoltre che stavano cercando di ingannare i britannici facendogli credere che si preparavano ad attaccare l'Unione Sovietica, mentre in realtà le truppe e i rifornimenti, venivano ammassati per preparare un'invasione della Gran Bretagna. E' stato stabilito che la spia comunista, Dr. Richard Sorge, diede a Stalin la data esatta dell'inizio dell'operazione; anche i criptoanalisti svedesi guidati da Beurling conoscevano la data in anticipo.

La strategia definitiva, concordata da Hilter e dai suoi assistenti nell'Alto Comando tedesco, prevedeva l'impiego di tre gruppi d'armata, incaricati di conquistare regioni specifiche e grosse città dell'Unione Sovietica, una volta che l'invasione avesse avuto inizio. Il gruppo d'armata nord aveva il compito di marciare attraverso i paesi baltici e nella russia settentrionale, per andare a prendere o distruggere la città di Leningrado (oggi San Pietroburgo). Il gruppo d'armata centrale avrebbe puntato direttamente su Mosca, marciando attaverso l'odierna Bielorussia e le regioni centro-occidentali della Russia. Il gruppo d'armata sud avrebbe colpito la densamente popolata Ucraina, prendendo Kiev, e continuando in direzione est verso le steppe dell Russia Meridionale, e fino ad arrivare al fiume Volga.

Il 22 giugno 1941, l'Operazione Barbarossa prese il via. Coinvolse una forza totale di truppe che ammontava a tre milioni di uomini, rendendola la più grande operazione militare terrestre di tutti i tempi. Anche se inizialmente ebbe successo, arrivando alle porte di Mosca ai primi di dicembre, viene spesso proposto che la pecca fatale di questo piano fu il suo rinvio rispetto alla data iniziale del 15 maggio, poichè Hilter volle intervenire contro il rovesciamento anti tedesco in Jugoslavia. Questo tolse cinque settimane della già breve estate russa dal tempo a disposizione delle truppe tedesche. Comunque, durante la campagna, Hitler oridnò alla forza principale che era diretta verso Mosca di piegare verso sud, per aiutare il gruppo d'armata sud a catturare l'Ucraina. Questa mossa ritardò l'assalto alla capitale sovietica, anche se servi ad assicurare il fianco sud dell gruppo d'armata centrale. Per il momento in cui si rivolsero di nuovo verso Mosca, le truppe tedesche si impantanarono nel fango che segui le piogge autunnali e con le nevicate invernali si fermarono del tutto. In questo modo vennero impedite dall'ottenere ulteriori guadagni territoriali, anche se questo fu dovuto in parte alla resistenza dei russi, che fu più dura di quanto si aspettassero. La logistica tedesca divenne anch'essa un grosso problema, a causa della eccessiva lunghezza della linee dei rifornimenti.

Il punto di svolta dell'operazione si ebbe quando le truppe naziste arrivarono a portata di vista delle cupole del Cremlino. Non sarbbero mai più arrivate così vicine, perchè le truppe di Stalin difesero Mosca ferocemente, e spinsero i tedeschi indietro, nelle distese gelate della Russia, mentre l'inverno avanzava. Non sorprendentemente, il cuore della controffensiva fu diretto contro il gruppo d'armata centrale, che era il più vicino a Mosca.


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