Filosofie orientali
Questo articolo è uno stub, il che vuol dire che necessita di essere ampliato e corretto, secondo i canoni di Wikipedia. Se puoi, rendi anche questo articolo serio e dettagliato come dev'essere un articolo di enciclopedia, grazie.L'insieme di Weltanschauung (visione del mondo), etica e morale offerto da molte tradizioni orientali è paragonabile alle tradizioni filosofiche occidentali. Nel Buddismo esistono svariate scuole, tra cui il piccolo carro (il Theravada o Hinayana), che tratta più di filosofia personale, ma anche il Mahayana o grande carro, che è molto più simile all'impostazione filosofica occidentale.
La trasmissione da maestro ad allievo, che spesso viene considerata tipica delle filosofie orientali, avviene attraverso dialogo e confronto, e non attraverso dogmi: basti pensare ai koan, che sono enigmi, indovinelli da risolvere mediante ragionamento filosofico e non logico, poichè in un certo senso trascendono la logica. Proprio questa apertura mentale porta all'esistenza, nelle filosofie orientali, di diverse scuole senza che vi siano netti scismi: senza dogmi fissi, si accettano le teorie delle altre scuole come si accettano diverse teorie fisiche, finchè una non si dimostra migliore delle altre.
Curiosamente, la logica aristotelica e la logica formale tradizionale falliscono proprio nello spiegare una delle teorie piú avanzate e dettagliate nelle scienze naturali: la teoria dei quanti. È esemplificativo il dualismo onda-particella, e i molti casi in cui il principio dell'aut-aut (principio del terzo escluso) non vale: ad esempio tutta l'informatica quantistica si basa sul concetto di qubit, dove il valore di un elemento d'informazione non è o 0 o 1 (cioè non è binario), ma una sovrapposizione di stati, nè completamente 0, nè completamente 1. Nell'immediato dopoguerra molti furono i successi nella fisica quantistica nell'oriente, proprio perchè questo modo di pensare era più vicino alla loro concezione del mondo, alla loro filosofia.
Cinesi e Indiani avevano sviluppato metodi matematici più avanzati di quelli in uso in occidente: siamo indebitati con gli Indiani per aver sviluppato un aritmetica in cui il valore di un numero non era basato sulla quantità dei segni ma sulla posizione e avevano scoperto il teorema di Pitagora almeno 5 secoli prima di Platone (vedi il teorema cinese del resto e il Sulvasutra indiano).
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