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Gavi

Per il vino noto anche come Gavi vedi Cortese di Gavi
Per la redazione di questo articolo, si invita a seguire lo schema suggerito in WikiProject Comuni
Gavi
Paese: Italia
Regione: Piemonte
Provincia: Alessandria di Alessandria  (AL )
Latitudine: 44° 41‘ Nord
Longitudine: 8° 48‘ Est
Altitudine: 233  m s.l.m.
Superficie: 50,90 km2
Popolazione:
 - Totale
 - Densità

4.506
89 ab/km2
Frazioni: Rovereto, Monterotondo, Alice, Pratolungo, Sottovalle
Comuni limitrofi: Bosio, Carrosio, Novi Ligure, Tassarolo, Francavilla Bisio, San Cristoforo, Serravalle Scrivia, Arquata Scrivia
CAP: 15066
Prefisso telefonico 0143
Codice ISTAT: 006081
Codice fiscale: D944
Abitanti (nome): gaviesi
Sito istituzionale: []

Gavi è un comune della provincia di Alessandria situato sulla destra del torrente Lemme alla confluenza con il Rio Neirone.

Table of contents
1 Storia
2 Economia
3 Altro

Storia

Forse già insediamento abitato in epoca neolitica, si ritiene che Gavi ospitasse un presidio romano a difesa della via Postumia. Dopo la caduta dell'impero romano fu occupato dagli ungari e poi dai saraceni e secondo la leggenda, una loro principessa, Gavia, avrebbe stabilito la propria dimora nel castello del luogo. Dominio dei Marchesi di Gavi, alleati del Barbarossa, che pare qui si rifugiò dopo la battaglia di Legnano, entrò ben presto nelle mire della Repubblica di Genova per la sua posizione strategica nell'entroterra ligure, sulle più importanti vie di comunicazione verso la pianura padana. Nel 1202, fu formalmente ceduto alla Repubblica. Ma il tentativo di penetrazione nella pianura da parte dei genovesi, generò le ostilità di alessandrini e tortonesi. Passato sotto il dominio dei Visconti, salvo una breve parentesi francese, e in seguito ai Guasco di Alessandria, tornò in mano genovese nel 1528, con l'avvento al potere di Andrea Doria.
Oggetto delle mire espansionistiche dei sovrani sabaudi, fu assediato nel 1625 dalle forze franco-savoiarde ed espugnato. Riconquistato dai genovesi dopo soli 21 giorni, al termine della guerra fu decisa la trasformazione del castello in fortezza, più adeguata a resistere alle artiglierie dell'epoca e fu affidato il progetto a Gaspare Maculano detto Fra Fiorenzuola. Attaccato dagli austriaci nel 1746, si arrese solo su ordine di Genova. Nel 1799, dopo la Battaglia di Novi, restò uno dei pochi capisaldi ancora in mano ai francesi. Passato alla Francia, nel 1804, fu attribuito al Regno di Sardegna dal Congresso di Vienna nel 1815. Il forte, disarmato nel 1859, divenne in seguito penitenziario civile. Durante la seconda guerra mondiale, il forte fu utilizzato come campo di prigionia.

Economia

Località di villeggiatura estiva, fonda la sua economia sul turismo e sul commercio locale. Importante l'attività agricola della coltivazione della vite e produzione del vino; Gavi è infatti uno dei luogi di produzione del vino omonimo.

Altro

Il borgo antico è dominato dall'imponente Forte, costruito inglobando il castello esistente, su progetto del frate Gaspare Maculano detto Fra Fiorenzuola, in collaborazione con l'architetto genovese Bartolomeo Bianco che lo dotarono di sei inespugnabili bastioni: di Santa Maria, di San Giovanni Evangelista, di Mezzaluna, di San Bernardo, di San Tommaso (o di Passaparola) e di Sant'Antonio (o dello Stendardo), uniti fra di loro da robuste cortine munite di cannoniere. Risalgono al 1673, le fortificazioni sul colle accanto (Ridotta di Monte Moro).
La chiesa di San Giacomo Maggiore, parrocchiale, è in stile romanico, costruita con pietre di arenaria tratte da una cava nei pressi del forte. È stata rimaneggiata nel '600 e nel '700 ed è sovrastata da un tiburio che funge da campanile. L'impianto è di tipo basilicale a tre navate, con la centrale elevata sulle altre, ripartite internamente da colonne. La facciata è ornata da una serie di archetti ciechi, ed è movimentata al centro da un imponente portale strombato, sormontato da un rosone e da una bifora. Nella lunetta dell'architrave è rappresentata l'Ultima Cena. Sulla sinistra della chiesa, sorge il palazzo municipale, antico edificio di cui sono state riportate alla luce le arcate medievali a sesto acuto.
Un tempo cinto da mura, oggi smantellate, tranne alcuni tratti che scendono dal forte, dell'antico sistema difensivo non resta oggi che il Portino, unica porta superstite di quelle che permettevano l'ingresso nel borgo.
Il convento francescano di Valle (N.S. delle Grazie), situato fuori porta, costruito nel XVIII secolo su un presistente ospizio per i pellegrini dedicato a S. Bernardino, conserva la statua del santo e un dipinto della Vergine risalenti al XV secolo, un gruppo ligneo rappresentante L'estasi di S. Francesco e una statua marmorea di S. Bovo del 1702. Da vedere la sacrestia con mobili settecenteschi e il chiostro con logge al primo piano.
Il Santuario di N. Signora della Guardia, a croce greca, fu costruito dalla popolazione del luogo nel 1861, su un altura che domina la zona. Conserva al suo interno la bella statua lignea di N.S. della Guardia, costruita nel 1746, ex voto di un gaviese, Giacomo Bertelli, che aveva avuto l'abitazione miracolosamente risparmiata dai bombardamenti, durante l'assedio austro-piemontese.

Curiosità: fuori dal centro storico, sulla via che conduce a Carrosio è situata la casa del compositore Angelo Francesco Lavagnino, che spicca per la presenza sulla facciata di stemmi e bassorilievi medievali.


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