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Moscovia

Questo articolo č parte della serie Storia della Russia
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Nel periodo immediatamente successivo all'invasione tartara (Regno dell'Orda d'Oro) si affermò la supremazia dei principi di Mosca (Moscovia) che, incaricati di riscuotere i tributi delle diverse regioni russe da versare all'Orda d'Oro, approfittano della propria posizione di luogotenenti dei dominatori per ampliare notevolmente i propri domini. Il metropolita greco-ortodosso di Kiev abbandonò la sua sede, ormai decaduta, e si trasferì a Mosca, che diventò il centro religioso del paese. Nel XIV secolo i principi di Mosca erano ormai abbastanza potenti per cominciare la lotta contro i Tartari, che sconfissero nel 1380 a Kulikovo. A partire da questo momento il principato di Mosca, si trasformò fino a divenire un impero, espandendosi lentamente dal XV secolo sempre piů ad est in Asia.

Fondatore dello stato russo può considerarsi il principe di Mosca Ivan III (1462-1505), che ampliò notevolmente i propri domini annettendo Novgorod e soprattutto riuscì a rendersi completamente autonomo dall'Orda d'Oro ormai avviata alla decadenza, Ivan III si ispirò al mito della "Terza Roma", secondo il quale, caduta la "Seconda Roma" (cioč Costantinopoli) in mano ai Turchi (1453), l'ereditĂ  ideale, politica e religiosa dell'Impero d'Oriente dev'essere raccolta dai principi di Mosca. L'espansione territoriale continuò per opera di Ivan IV il Terribile (1533-1584).

Ivan IV e i suoi successori assunsero il titolo di Zar, ossia di "cesari". Il riferimento a Costantinopoli e alla civiltà romana servì a consolidare il prestigio di Mosca, che cominciava ad esercitare in Russia la stessa azione unificatrice svolta in Occidente dalle grandi monarchie. Anche le forze che ostacolavano questo nuovo processo erano simili: in Occidente i re avevano dovuto combattere contro i grandi feudatari; in Oriente gli zar dovevano sottomettere i nobili boiari e i piccoli principi, ossia i signori locali, già indipendenti, che erano stati progressivamente subordinati al potere di Mosca, ma che pretendevano di limitare l'autorità degli zar.

In Russia, però, non esisteva una classe borghese paragonabile qualitativamente e quantitativamente alla borghesia occidentale, perciò gli zar trovarono la base del loro potere non nella borghesia, ma nella cosiddetta gente di servizio, i cui componenti fornivano la loro opera come ufficiali dell'esercito, partecipavano alla Duma (una specie di parlamento consultivo) e svolgevano molteplici funzioni statali. Come contropartita, la gente di servizio riceveva delle terre in possesso condizionato (pomestje), che non poteva vendere nĂ© trasmettere in ereditĂ , ed esercitava sui contadini dipendenti un'autoritĂ  sempre piů completa ed estesa, destinata a trasformarsi in una vera e propria sovranitĂ .

I commercianti e gli artigiani delle cittĂ  furono obbligati ad iscriversi alle rispettive corporazioni, fatto che comportava per essi l'impegno a svolgere determinati compiti nel campo amministrativo e finanziario. Tutta la popolazione fu ripartita in classi, ciascuna delle quali aveva verso lo Stato obblighi specifici e particolari.

Tuttavia, nel XVI secolo, lo Stato era ancora piů un'ipotesi che una realtĂ , e anzi all'inizio del XVII secolo, nel periodo dei torbidi, esso fu temporaneamente sopraffatto dagli intrighi dei boiari e dei piccoli principi, dalle ribellioni delle masse contadine,dai tentativi polacchi di penetrare sul suolo russo e di impadronirsi della stessa corona moscovita. Nel 1613 salì al trono Michele Romanov, iniziatore della dinastia che resse la Russia sino alla rivoluzione del 1917.

Sotto i Romanov non si manifestarono piů crisi gravi come quella del periodo dei torbidi. Il potere degli zar riuscì ad aver ragione della piccola nobiltĂ  e delle jacqueries (sollevazioni contadine) contadine ed estese verso sud la propria sfera di influenza. Con la Prima guerra del Nord (1654-1667), combattuta contro la Polonia, la Russia riuscì a fissare i propri confini sulla riva sinistra del Dniepr ed a conservare sull'altra sponda l'antica cittĂ  di Kiev. L'acquisto dell'Ucraina così ottenuto non fu pacifico per la Russia, che subito dovette affrontarvi un grande moto di ribellione (1667-1671), guidato dal cosacco Stepan Timofeevic Razin (detto Stenka).

Razin riuscì a suscitare l'entusiasmo delle masse contadine promettendo che, eliminati i nobili, i boiari e i funzionari governativi, avrebbe fondato una comunitĂ  egualitaria, ispirata a principi libertari. Stenka fu catturato e ucciso nel 1671. Il moto di Stenka, come altri analoghi precedenti e successivi, aveva la sua causa oggettiva nelle condizioni intollerabili dei contadini, sottoposti a vincoli di servaggio sempre piů pesanti, per i quali non c'era speranza di libertĂ  se non nella ribellione, o nella fuga verso le regioni periferiche dell'impero dove l'autoritĂ  effettiva degli zar era quasi inesistente. Il lavoro servile, del resto, era alla base di tutte le attivitĂ  produttive ed edilizie, che solo in piccola parte erano affidate a lavoratori liberi stipendiati, ed erano per lo piů svolte dai contadini dipendenti direttamente dallo stato, da reclute dell'esercito, da criminali comuni condannati ai lavori forzati.

Rispetto all'Occidente europeo, la Russia era alla fine del '600 un Paese molto arretrato, dove il popolo era troppo ignorante per concepire un coerente programma rivoluzionario, mentre le minoranze dirigenti piů illuminate miravano ad importare la cultura e le tecniche dell'Occidente, ma non si preoccupavano di legare il progresso produttivo e organizzativo al miglioramento delle condizioni dei servi. Sulla strada delle riforme imposte dall'alto, che sarebbe stata percorsa con successo da Pietro il Grande, si era posta prima di lui la sorella Sofia, reggente dal 1682 e decisa ad usurparne il potere. Il disegno di Sofia era però destinato ad infrangersi di fronte alla reazione del giovanissimo zar, che nel 1689 la costrinse ad abbandonare la reggenza e a ritirarsi in convento.


Granduchi di Mosca

(fino al 1598; da Ivan IV Zar; tra parentesi gli anni di regno)
  • Daniele (ca 1280 - 1303)
  • Jurij (1303 - ca 1325)
  • Ivan I (ca 1325 - 1341)
  • Simone (1341 - 1353)
  • Ivan II (1353 - 1358)
  • Dimitri (1358 - 1389)
  • Vassilij I (1389 - 1425)
  • Vassilij II (1425 - 1462)
  • Ivan III (1462 - 1505)
  • Vassilij III (1505 1533)
  • Ivan IV (1533 - 1584)
  • Fedor (1584 - 1598)
  • Boris Godunov (1598 - 1605)
  • Dimitri II (1605 - 1606)
  • Vassilij IV (1606 - 1613)

I primi Romanov

  • Michele III (1613 - 1645)
  • Alessio (1645 - 1676)
  • Fedor III (1676 - 1882)
  • Ivan V (1682 - 1689) (Reggenza della sorella Sofia)


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