Ben Verhagen
La tradizione del fumetto Disney in Europa è ben radicata, raggiungendo e sempre più spesso superando la produzione della casa madre, non solo per quantità , ma soprattutto per qualità . Tra i primi a inaugurare questa linea vi furono gli italiani, oggi noti in tutto il monod con maestri del calibro di Romano Scarpa, Massimo De Vita, Giorgio Cavazzano, Luciano Bottaro. Un'altra scuola importante è, però, quella olandese, molto fedele allo stile di Carl Barks e che vede come sua punta di diamante Ben Verhagen, cartoonist all'opera sin dalla metà degli anni Settanta nello staff del settimanale olandese Donald Duck (DD).Confezionato in una torre a Ceylonport, nella città di Haarlem, questo albo ha un formato molto simile a quelli prodotti oltreoceano. All'inizio della sua attività pubblicava principalmente le storie di autori americani come Paul Murry, Jack Bardbury, Gil Turner e ovviamente Carl Barks.
Giunti all'apice del successo, il giovane redattore capo Thom Roep ritenne che il giornale doveva fare un salto di qualità , arruolando alcuni giovani collaboratori per dare vita a nuove storie disneyane di produzione olandese: è proprio in questo contesto che il giovane Ben inizia la sua attività disneyana.
Nato ad Amsterdam il 4 Gennaio 1949, Ben comincia a collaborare con DD realizzando storie con Paperino, il preferito dai lettori. Le storie con altri personaggi, come Ezechiele Lupo, Cip e Ciop, Fratel Coniglietto o Dumbo venivano, invece, realizzate da gente come Dick Matema, Carol Voges e Eddy VanSchuylenberg.
Al contrario Verhagen, che con Milton e Jippes (art director della rivista) sono noti anche con il nome collettivo di magnifici tre, realizza storie brevi che si rifanno al Barks degli anni Quaranta: sono storie in cui i paperi sfoggiano becchi lunghi e colli slanciati, come ad esempio in Paperino e i cuori d'oro.
Nel 1978 Ben scrive e disegna la sua prima storia da solo, Schepen sheren, breve avventura con Nonna Papera. Nello stesso periodo realizza alcune copertine e tre storie con il piccolo indiano Penna Bianca. Ben presto, però, riprende ad occuparsi dei paperi, utilizzando adesso il Barks degli anni Cinquanta come modello. Ottimi esempi di questo nuovo vorso sono Viaggio alla Base Lunare Uno, scritta da Edwin Loftus, o Sulle orme di Giulio Verne, scritta da Jan Kruse.
Maturando è diventato una delle punte dell'emergente scuola olandese, misurandosi, come Barks, nella non facile combinazione di caricatura e naturalismo che ha da sempre dato credibilità alle migliori avventure dei paperi: inarrivabile, in questo senso, resta l'arte di Massimo De Vita.
Così, mentre i paperi mantengono delle forme stilizzate, gli oggetti, gli sfondi, i paesaggi risultano assolutamente realistici, senza dare alcun disturbo nella verosimiglianza della storia e nell'immedesimazione con i protagonisti da parte del lettore. Addirittura Verhagen è giunto a consultare il National Geographic per rendere i suoi paesaggi ancora più verosimili, proprio come il suo indimenticato maestro Carl Barks.
I magnifici tre:
Cenni biografici e carriera
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