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Licenza Opensource

Una licenza opensource è una licenza liberale concessa dal detentore di un diritto d'autore utilizzata prevalentemente nell'ambito dell'informatica riguardante solitamente il software, ma che può riguardare qualsiasi altro ambito nel quale si applica la normativa sul diritto d'autore.

La sua particolarità è dovuta al fatto che gli autori invece di vietare, permettono. Non solo di usare e copiare, ma anche di modificare, ampliare, elaborare, vendere e quant'altro. E tutto questo senza imporre obblighi a ricompensare economicamente gli autori.

L'esempio più lampante (e noto al largo pubblico) sono le decine di distribuzioni GNU/Linux: un sistema operativo completo di migliaia di applicativi anche di elevatissimo valore, spesso allegate a riviste ad un costo di 5 Euro.

Un termine poco usato è quello di licenza liberale o licenza permissiva in contrapposizione a licenza restrittiva.

La FDL, la licenza usata da questo progetto (e dal progetto principale Wikipedia) è un esempio di licenza opensource o liberale se si preferisce quest'ultimo termine (che però ha propriamente un significato meno ampio).

Table of contents
1 Natura ed obiettivi delle licenze liberali
2 La definizione di Open Source
3 Le licenze

Natura ed obiettivi delle licenze liberali

Una licenza liberale autorizza chiunque ad usare, modificare, integrare, riprodurre, duplicare e distribuire un programma (o qualsiasi lavoro tutelato dalle norme sul diritto d'autore), anche a scopi commerciali in quanto la commercializzazione del programma non è vietata in modo esplicito. Il programma stesso deve essere disponibile anche in una forma leggibile e comprensibile all'uomo.

Alcune licenze - come per esempio la GNU GPL - impongono dei vincoli alle licenze da applicare ad eventuali modifiche, oppure degli obblighi di comunicazione a determinate persone o gruppi di persone. Ci sono licenze i cui autori si riservano dei diritti che non vengono concessi agli altri coautori del prodotto, come ad esempio la NPL. Altre invece permettono persino di integrare completamente il codice dentro un prodotto commerciale, ovvero soggetto a royalty, come ad esempio la licenza X11.

Lo scopo primario delle licenze liberali non è la gratuità del software, ma la sua sopravvivenza ovvero la certezza che vi sia la possibilità per chiunque e in qualunque momento, anche futuro, di apportare miglioramenti o comunque modifiche al programma, e di installarlo senza alcuna limitazione.
Per alcuni esponenti della comunità del Software Libero, come Stallman, lo scopo primario è la libertà del software in sé, in quanto più importante rispetto agli aspetti tecnologici.

La definizione di Open Source

Il termine Open Source venne coniato agli inizi del 1998 su iniziativa di Bruce Perens, Eric Raymond, Hall, Tim O'Reilly, Linus Torvalds e altri importanti sviluppatori della comunità Free Software, come allora veniva chiamata. L'obiettivo principale era quello di rendere l'idea del software libero più accettabile all'ambiente commerciale, evitando le posizioni intransigenti di Stallman e contemporaneamente evitare l'equivoco generato dalla parola "free" in inglese (che significa sia gratuito che libero). La parola "source" stava a sottolineare il fatto che un software non è tanto il programma eseguibile, quanto il suo punto di partenza, il sorgente appunto. La definizione di cosa può essere considerato "Open Source" deriva dalle regole che si era dato il progetto Debian nella scelta di quali software includere nella propria distribuzione GNU/Linux. Nacque in seguito una fondazione che tuttora gestisce il marchio creato ad hoc.

Secondo tale definizione è evidente che non si tratta soltanto di avere accesso al codice sorgente, infatti affinché si possa parlare di una licenza Open Source è necessario che tale licenza soddisfi contemporaneamente tutte le condizioni sottoindicate, il cui obiettivo è molteplice: permette a chiunque di mettere mano al codice sorgente e contemporaneamente permette a chiunque di ridistribuirlo, il tutto senza che alcuno possa pretendere anche il minimo compenso, però senza impedire di chiedere un compenso a chi è disposto a pagarlo.

  • Ridistribuzione libera. La licenza non può impedire ad alcuna parte in causa la vendita o la cessione del software. Chiunque deve poter fare tutte le copie che vuole, venderle o cederle, e non deve pagare nessuno per poter fare ciò.

  • Codice sorgente. Il programma deve includere il codice sorgente. Codice deliberatamente offuscato non è ammesso. Questo in quanto il codice sorgente è necessario per modificare o riparare un programma.

  • Opere derivate. La licenza deve permettere modifiche e opere derivate e deve consentire la loro distribuzione sotto i medesimi termini della licenza del software originale, in quanto il software serve a poco se non si può modificare per fare la manutenzione ad esempio per la correzione di errori o il porting su altri sistemi operativi.

  • Integrità del codice sorgente dell'autore. La licenza può proibire che il codice sorgente venga distribuito in forma modificata solo se la licenza permette la distribuzione di "patch file" con il codice sorgente allo scopo di modificare il programma al momento della costruzione.

  • Nessuna discriminazione contro persone o gruppi. La licenza deve essere applicabile per tutti, senza alcuna discriminazione per quanto nobile possa essere l'obiettivo della discriminazione. Ad esempio non si può negare la licenza d'uso neanche a forze di polizia di regimi dittatoriali.

  • Nessuna discriminazione di settori. Analogamente alla condizione precedente, questa impedisce che si possa negare la licenza d'uso in determinati settori, per quanto questi possano essere deplorevoli. Non si può dunque impedire l'uso di tale software per produrre armi chimiche o altri strumenti di distruzione di massa.

  • Distribuzione della licenza. I diritti relativi al programma devono applicarsi a tutti coloro ai quali il programma sia ridistribuito, senza necessità di esecuzione di una licenza aggiuntiva.

  • La licenza non dev'essere specifica a un prodotto. I diritti relativi a un programma non devono dipendere dall'essere il programma parte di una particolare distribuzione di software.

  • La licenza non deve contaminare altro software. La licenza non deve porre restrizioni ad altro software che sia distribuito insieme a quello licenziato.

Le licenze

Mentre non tutte le licenze dichiarate liberali rispettano completamente le condizioni poste dalla Open Source Definition, ve ne sono alcune che sono riconosciute esplicitamente come tali dalla Open Source Initiative (OSI), titolare del marchio. A tal proposito la
Free Software Foundation (FSF) ha a sua volta una lista di licenze ritenute più o meno libere e più o meno compatibili con la licenza GPL da loro promossa.

In generale le licenze liberali non sono a priori reciprocamente compatibili. Il titolare dei diritti d'autore può comunque distribuire il proprio codice con diverse licenze, sia liberali che commerciali. Questo vale sia per l'iniziatore del progetto che per gli autori che contribuiscono al progetto, ciascuno per il proprio codice. Questa possibilità, detta pure dual-licensing o dual-system viene effettivamente praticata, p.es. dalla Sun per la propria Suite StarOffice, ma anche da Larry Wall per l'interprete Perl.
Nel novembre del 2001, Netscape ha deciso di rilasciare il codice del proprio browser anche sotto la licenza GPL - cosicché il progetto Mozilla viene rilasciato con le licenze NPL, MPL, GNU GPL e GNU LGPL - per venire incontro alla comunità degli sviluppatori di progetti opensource soggetti alla GPL. Il risultato attuale è che parti del codice sorgente sono soggette a una o più di queste licenze; lo staff di Mozilla lavora per cercare di distribuire tutto il codice sotto la triplice licenza MPL/LGPL/GPL.


Vedi anche:

GNU Fdl - it.Wikipedia.org




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