Alto Adige
Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige Autonome Provinz Bozen - Südtirol Provinzia Autonóma de Balsan - Südtirol | |
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Capoluogo: | Bolzano/Bozen |
Regione: | Trentino - Alto Adige / Südtirol |
Stato: | Italia |
Abitanti | 465.000 |
68% di madrelingua tedesca 28% italofoni 4% ladini | |
Presidente della giunta provinciale | Luis Durnwalder |
Superficie: | 7400 km² |
Comuni: | 116 |
Comprensori (e comuni principali): | |
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Sigla automobilistica: | BZ |
CAP | 39100 (capoluogo), da 39010 a 39059 (altri comuni) |
pref.tel | 0471, 0472, 0473, 0474 |
cod.ISTAT | 21 |
Province e stati confinanti | |
L'Alto Adige (o Sudtirolo, ted.:Südtirol) è la regione storico-geografica corrispondente alla provincia autonoma di Bolzano/Bozen, facente parte della Regione Trentino - Alto Adige/Südtirol. Assieme al Trentino, al Tirolo del Nord ed al Tirolo dell'Est, l'Alto Adige costituisce il Tirolo.
Ha circa 470.000 abitanti, suddivisi in 116 comuni (vedi oltre), i principali dei quali sono: Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico, Laives, Vipiteno.
Il Sudtirolo è l'unica area italiana ufficialmente trilingue, infatti circa due terzi degli abitanti sono di madrelingua tedesca e circa il 5% di madrelingua ladina dolomitica. Gli italofoni sono concentrati soprattutto nel capoluogo, Bolzano (ted. Bozen) e nelle località di Merano (ted. Meran), Bressanone (ted. Brixen), Laives (ted. Leifers) e Bronzolo (ted. Branzoll). I ladinofoni soprattutto nella Val Gardena (lad. Gherdëina) e in Val Badia.
Il territorio è attraversato da diversi corsi d'acqua: Adige (ted. Etsch), Isarco (ted. Eisack), Rienza (ted. Rienz), Passirio ((ted. Passeier), Talvera (ted. Talfer) e altri. Ci sono anche alcuni laghi, in parte navigabili per imbarcazioni minori: laghi di Resia ((ted. Reschensee), lago di Caldaro (ted. Kalterer See), laghi di Monticol (ted. Montiggler Seen), lago di Braies (ted. Pragser Wildsee), lago di Varna (ted. Vahrner See).
Confina a nord e a est con l'Austria, a ovest con la Svizzera, a sud-est con la provincia di Belluno, a sud con la provincia autonoma di Trento (Trentino) e a sud-ovest (presso il passo dello Stelvio) con la provincia di Sondrio.
Table of contents |
2 Organizzazione territoriale 3 Personaggi famosi 4 Links esterni |
La colonizzazione baiuvara ed in parte lombarda sembra risalire al 1200. Il Sudtirolo ospitò la culla di poeti importantissimi per lo sviluppo della lingua tedesca come Oswald von Wolkenstein e Walter von der Vogelweide.
Dal trecento il Tirolo fa parte del Sacro Romano Impero e di quello Austriaco degli Absburgo condividendo le fortune e la storia dell'Austria quasi ininterrottamente fino alla fine della prima guerra mondiale.
Temporaneamente il Tirolo cadde nelle mani delle truppe francesi di Napoleone e dei suoi alleati bavaresi. Il tragico eroe della lotta armata contro gli invasori, Andreas Hofer, fucilato a Mantova, continua ad essere il personaggio più popolare di tutto il Tirolo, paragonabile a Giuseppe Garibaldi per gli italiani. Spesso il suo irredentismo viene proiettato in tempi più recenti. L´inno di Andreas Hofer é quella ufficiale del Tirolo.
Dal 1919 fa parte dell'Italia - obtorto collo, dato un sentimento popolare che parrebbe in maggioranza voler preferire una identità nazionale tedesca più che austriaca - in seguito al trattato di pace della Prima Guerra Mondiale. Verso il 1910 gli abitanti di lingua italiana dell´insieme del Tirolo, ivi compreso il Trentino, rappresentavano, secondo i censimenti austriaci, circa il 10% del totale della popolazione.
Dal 1922 il Sudtirolo fu sottoposto a un (fallito) tentativo di italianizzazione forzata da parte del regime fascista, che favorì l'immigrazione da altre regioni d'Italia e tentò pervicacemente (ma, salvo deprecabili e rare eccezioni, senza far uso di violenze) di imporre l'uso diffuso della lingua italiana soprattutto introducendo l'insegnamento monolinguistico italiano nelle scuole, cosa che non solo provocò proteste e rancore da parte dei sudtirolesi ma anche l´insegnamento nella clandestinità delle scuole nelle catacombe. Nel frattempo tuttavia l'avvicinamento fra Hitler e Mussolini e l'annessione dell'Austria al Terzo Reich allentavano la pressione della propaganda, mentre proliferavano in Alto Adige, tollerate da Roma, cellule naziste.
Nel 1939 un accordo fra il regime nazista e quello fascista, interessati per motivi diversi ad allontanare il maggior numero possibile di tedeschi della zona, portò alle cosiddette Opzioni, in cui buona parte dei sudtirolesi, a fronte delle pressioni fasciste scelsero di emigrare verso il Terzo Reich, in primo luogo verso le terre conquistate all'est (Polonia), lacerando intere famiglie tra "Dableiber" (coloro che decisero di non tradire la loro terra) e "Optanten" (che decisero di non tradire la loro identità culturale).
Dopo l'8 settembre 1943, l'Alto Adige fu direttamente governato dalle autorità naziste (sono i cosiddetti 600 giorni) che permisero alla popolazione di lingua tedesca di rifarsi dei soprusi subiti da parte dell'Italia fascista. Numerosi sudtirolesi militarono nelle SS e nella Gestapo, collaborarono alle persecuzioni contro gli ebrei (fu decimata la comunità di Merano) e alla caccia ai soldati italiani sbandati dopo l'8 settembre. Fra i più inflessibili guardiani del campo di concentramento di Bolzano - transito verso Mauthausen, Auschwitz, ecc. - si distinsero diversi Sudtirolesi, anche donne.
Peraltro singoli (Franz Thaler, Josef Mayr Nusser) o piccoli gruppi, soprattutto all'interno della minoranza che non aveva optato per il Terzo Reich nazista (I "Dableiber") si opposero coraggiosamente al Nazifascismo tentando talora addirittura la lotta armata.
Nel secondo dopoguerra, il Sudtirolo fu nuovamente assegnato all'Italia. Gli Alleati imposero all'Italia un trattato di tutela dell'Alto Adige (Accordo De Gasperi-Gruber, 5 settembre 1946), anche in considerazione delle politiche nazionalistiche anti-tedesche praticate dal governo fascista. Tale trattato italo-austriaco fu la base della risoluzione 1497 delle Nazioni Unite che invita urgentemente i due paesi a riassumere i negoziati con l'obiettivo di trovare una soluzione di tutte le controversie concernenti l'attuazione dell'accordo di Parigi del 5 settembre 1946, in quanto il governo italiano di fatto non applicava completamente quegli accordi, se non in minima misura.
Negli anni sessanta si organizzò un movimento miltante mirando alla riunificazione del Tirolo, il BAS (comitato per la liberazione del Sudtirolo). Inizialmente le loro azioni erano esclusivamente dirette contro cose ( monumenti fascisti, tralicci d´elettricità ) e non contro persone.
Tra i rappresentanti di spicco della lotta riunificatrice ci furono
Sepp Kerschbaumer e Georg Klotz che portarano avanti la loro causa in stretto coordinamento colle autorità politiche dell´Alto Adige (il carismatico Silvio Mangago presidente della provincia, tedesco a dispetto del suo nome) e dell´Austria (Bruno Kreisky, ministro degli esteri austriaco dell´epoca e popolarissimo cancelliere più tardi).
In seguito alla risposta insensata dei carabinieri e della "gustizia" non proporzionale ai fatti la lotta si inasprò costando la vita ad una ventina di persone tra forze dell´ordine, popolazione italiana e resistenza indigena. La lotta continuò fino ai primi anni settanta. Gli ultimi atti provocatori all´inizio degli anni ottanta attribuiti al movimento "Ein Tirol" furono perpetuati almeno in parte col coinvolgimento dei servizi segreti italiani intenti a destabilizzare la situazione e a vanificare gli accordi tra la parte italiana ed austrica.
Nel corso degli anni, anche attraverso queste attività terroristiche o secondo altri di lotta liberatoria, il territorio ottenne dal governo di Roma un'amplissima e ricchissima autonomia (gli ultimi bilanci provinciali in lire si aggiravano intorno ai 7000-8000 miliardi l'anno), di cui peraltro gode proporzionalmente anche la popolazione di lingua italiana e che sono in linea con quelli del Tirolo sotto amministrazione austriaca.
Nel 1992 si considera concluso il Pacchetto (insieme di norme da approvare dal Governo che rendono l'Autonomia qualcosa di concreto, così concordato tra l´Austria e l´Italia nel 1972).
Colla liberazione dell´ultima attivista tirolese Karola Unterberger nel 2003 si spera definitivamente conclusa l´aspra parentesi storica.
Nonostante l´esito complessivamente positivo della vicenda molti, non soltanto i familiari, ricordano con dolore ma anche con riconoscimento il caro prezzo di vite, salute, esproprio, esilio e prigione che non moltissimi ma sempre troppi tra entrambi le popolazioni, forze dell´ordine italiano ed austriaco ma anche della resistenza hanno pagato per il loro contributo all´attuale convivenza pacifica e stabile sotto lo statuto autonomo.
Tale autonomia è basata sulla rigida separazione della popolazione nella scuola, sull'obbligo del bilinguismo per tutti i dipendenti pubblici, sulla proporzionale (i posti pubblici sono distribuiti in proporzione alla consistenza dei gruppi linguistici - norma che molti italiani considerano una forma di discriminazione razziale).
Negli ultimi anni del XX secolo e nei primi del XXI si è assistito alla diffusione di un progressivo disagio da parte della popolazione di lingua italiana, sceso dal 35 % al 25% circa), con sbocchi futuri al momento imprevedibili.
Essendo formati quasi esclusivamente da italiani i corpi delle forze armate ed a causa dell´ingresso dell´Austria nell´Unione Europea e la sua aderenza al trattato di Schengen il loro rispiegamento dalla frontiera intratirolese verso altre regioni d´Italia ha fortemente contribuito a questo fenomeno.
Tra le cause oggettive del disagio del gruppo italiano tradizionalmente in maggioranza legato alla destra italiana (MSI prima, Alleanza Nazonale oggi) si conta anche il problema della loro rappresentanza politica. Colla recente adozione del sistema elettorale maggioritario a doppio turno nei comuni a più di 15.000 abitanti, la destra italiana anche in comuni a forte maggioranza italiana come Bolzano si vede puntualmente superata dalla sinistra col voto tedesco residuo più contro la destra che non per la sinistra. I consigli comunali risultanti si trovano fortemente condizionati dalle minoranze tedesche locali e poco rappresentativi del gruppo linguistico localmente maggioritario.
Da qualche tempo si ha l'impressione che anche la popolazione di lingua tedesca del Sudtirolo (o almeno una parte non trascurabile di essa) abbia compreso la necessità di fare i conti con il passato e con l'adesione di buona parte dei padri e dei nonni al Nazismo, come è già stato fatto ed es. in Germania. Altrettanto non sembra valere per la maggioranza della popolazione di lingua italiana, che si oppone strenuamente all'abolizione e/o all'abbattimento di alcuni simboli del fascismo, quali un monumento alla vittoria corredato di fasci del littorio e di visi del duce o i toponimi fascisti introdotti dal regime e inventati a tavolino da tale Ettore Tolomei.
I 116 comuni di questo territorio si sono aggregati in 8 Comunità comprensoriali:
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