Tinamidae
La famiglia dei Tinamidi (Tinamidae) appartiene all'ordine degli Tinamiformi ed č composta da 9 generi:
- Tinamus a cui appartengono 5 specie e 21 sottospecie.
- Nothocercus a cui appartengono 3 specie e 8 sottospecie.
- Crypturellus a cui appartengono 21 specie e 67 sottospecie.
- Rhynchotus a cui appartengono 1 specie e 4 sottospecie.
- Nothoprocta a cui appartengono 7 specie e 17 sottospecie.
- Nothura a cui appartengono 5 specie e 16 sottospecie.
- Taoniscus a cui appartengono 1 specie e 1 sottospecie.
- Eudromia a cui appartengono 2 specie e 12 sottospecie.
- Tinamotis a cui appartengono 2 specie e 2 sottospecie.
Sistematica
I tinamidi sono endemici della Regione neotropicale e sono tra le piů antiche famiglie del nuovo mondo. Le prime evidenze fossili provengono dalla Patagonia e sono del Miocene (10 milioni di anni fa). Cave nel Brasile hanno restituito fossili di tinami che risalgono all'Alto Pleistocene (20.000 anni fa). L'origine e le affinitĂ tassonomiche della famiglia sono stati origini di dibattito per oltre un secolo e le discussioni continuano ancora. Una delle teorie piů ampiamente accettate č che i tinami provengano dallo stesso ramo tassonomico dei ratiti (Struzioniformi), un gruppo che si č successivamente diffuso su gran parte della massa terrestre meridionale del Gondwana e che oggi č rappresentato in America meridionale dai nandů. I tinami erano una via di mezzo fra questi e gli uccelli attuali, divenendo una famiglia distinta prima che i ratiti cominciassero a diversificarsi. L’argomentazione si basa sul fatto che i tinami mantengono la carena sullo sterno ed hanno ali completamente sviluppate, insieme alla capacitĂ di volare. I ratiti hanno perso queste caratteristiche, in quanto adattamento alla loro specifica vita terrestre e questo indica che la loro diversificazione viene dopo la loro separazione dai tinami; infatti, c’č qualcuno che considera i ratiti come, lungi dall’essere primitivi, un gruppo avanzato. I due gruppi sono strettamente relazionati, come č stato chiaramente indicato da studi effettuati su una serie di diversi aspetti: forma e struttura ossea (specialmente del palato), muscolatura, l’orientamento della calcite nel guscio delle uova, caratteristiche cromosomiche (la struttura č notevolmente diversa in tutti gli altri uccelli), struttura del DNA, termoregolazione e fisiologia metabolica, ecc. La comparazione di tutti questi punti dimostrazione la prossimitĂ filogenetica tra Struzioniformi e Tinamiformi e la loro distanza da tutti gli altri uccelli. I tinami sono considerati gli uccelli piů primitivi, in quanto conservano alcune caratteristiche dei rettili, come certe proteine del sangue e la forma del palato che sono simili a quelle del Tyrannosaurus. I Tinamidi sono suddivisi in due sottofamiglie: i Tinamini (Tinaminae) con 29 specie e i Rincotini (Rhynchotinae) con 18 specie. I Tinamini si trovano al suolo nelle foreste tropicali e subtropicali e sono caratterizzati dall’avere le narici a metĂ strada del becco o anche piů in basso. I Rincotini sono conosciuti anche come "Tinami delle steppe" ed hanno le narici alla base del becco, ciò č probabilmente connesso con la loro abitudine di scavare con esso. Il grande genere dei Crypturellus č considerato come composta da circa 21 specie, ma l’estrema similaritĂ interspecifica, combinata con l’ampia variabilitĂ intraspecifica, ha causato una gran disaccordo sul numero di specie accettate. La complessitĂ del genere č ben dimostrata dall’elevavazione al rango di specie di molte sottospecie. Il futuro utilizzo del DNA e delle proteine dell’uovo riusciranno a chiarire meglio la suddivisione del genere
Aspetti morfologici
L’aspetto esteriore dei tinami ricorda le pernici del Vecchio Mondo ed č da questo che derivano il loro nome, in quanto in colonizzatori spagnoli li chiamarono tinamou (che in spagnolo significa pernice). L’abito apparentemente simile, nei piů visibili tinami delle steppe, aiutarono a promuovere questa idea, ma tutto ciò non ha niente di scientifico, le similitudine sono solamente superficiali, riflettendo solo una convergenza evolutiva.
Vi sono notevoli diversitĂ nella grandezza dei tinami. Il piů piccolo č il tinamo nano (Taoniscus nanus) con 14-15 cm e 43g, fino al tinamo grigio (Tinamus tao) alto 49 cm e il tinamo solitario (Tinamus solitarius) pesante 1800 g. I tinami hanno una corporatura molto compatta. Il collo appare lungo e sottile, in quanto coperto da penne molto corte. La testa č piccola e allungata, il becco leggermente incurvato, normalmente stretto e corto.Alcune specie hanno una cresta di penne, che viene sollevata quando l’uccello č allarmato (molto sviluppata nei timami crestati del genere Eudromia) e che viene rivolta in avanti. La coda č molto corta o rudimentale, quando presente, č solitamente coperta interamente dalle copritrici caudali e quindi difficilmente distinguibile da queste. Tutto questo, unito alla grande masse di penne sul dorso, gli danno un forma arrotondata.
Il gran sviluppo di penne sul dorso e sulla parte posteriore sono derivate da un meccanismo anti-predatorio: i membri dei Colombiformi e dei Galliformi, hanno penne del dorso e della parte posteriore che si staccano con grande facilita, cosi che, ai predatori che li attaccano, capitare di ottenere solo una manciata di penne.
Le zampe sono robuste, con tre dita frontali, e con un dito posteriore sollevato all’altezza del tarso oppure completamente assente. I tinami vivono virtualmente tutta la loro vita al suolo. Camminano silenziosamente, fermandosi spesso ad esaminare il terreno, mantenendo a volte tutto il peso del corpo su una sola zampa, preferendo sempre aggirare ogni forma di ostacolo. Sono buoni corridori, quando sono spaventati preferiscono camminare o correre, piuttosto che volare. In molte specie il piumaggio č talmente simile da generare confusione, in questi casi viene utilizzato il colore del tarso per l’identificazione.
Le ali arrotondate, sono piccole rispetto alla taglia, tanto che per loro, il volare, č un’attivitĂ molto faticosa e che non possono mantenere a lungo. Quando volano, si alzano rapidamente con potenti colpi delle ali, raggiunta l’altezza, si lasciano scivolare, battendo le ali sporadicamente, solo di rado effettuano piccole virate. Prima di atterrare, si solleva leggermente, frenando con alcuni colpi d’ala, portandosi in posizione eretta. A causa della loro coda quasi inesistente, sono impossibilitati a dirigere il volo, che può quindi finire contro un ostacolo, con conseguenze anche fatali. Sono stati trovati uccelli morti per lo scontro contro rami, cassette postali, fili e anche case. Molte specie, quando volano spaventate, emetto un grido rauco. Normalmente volano per una breve distanza, che può essere valutata attorno ai 500m.
I tinami hanno una circolazione sanguigna molto povera, in quanto i loro vasi sanguigni sono molto ridotti in diametro, ad aggravare la situazione, i polmoni e il cuore sono in proporzione piccoli (in un galletto domestico rappresentano il 12% del totale del peso del corpo, mentre nei tinami la proporzione č di solo 1,6-3,1%).
Il piumaggio č alquanto sobrio, tendente ad essere striato, barrato o chiazzato di scuro, aiutando l’uccello a nascondersi sul terreno; i colori predominanti sono: bruno scuro, rossiccio, camoscio, giallo o grigio. Le specie della foresta sono piů scure ed a colorazione uniforme, mentre quelle delle aree piů aperte tendono al grigio pallido, ocra o paglia, normalmente macchiettato, barrato o screziato di scuro, specialmente nelle parti superiori.
Il dimorfismo sessuale č presente in alcuni membri del genere Crypturellus; la femmina č piů pesantemente barrata e brillante rispetto ai maschi. Altrimenti i sessi sono simili, con l’eccezione della grandezza, piů rilevante nelle femmine che nei maschi.
La struttura microscopica delle penne dei tinami differisce da quella di tutti gli altri uccelli; le barbule sono unite fra loro solidamente , anziché agganciate fra loro. Si conosce poco a riguardo della muta in questa famiglia.
I maschi hanno un pene con una forma a cavatappi molto simile agli emipeni di certi rettili (Squamati), senza la caratteristica biforcazione. Le femmine hanno un piccolo organo fallico nella cloaca, questo permette una facile identificazione del sesso, specialmente durante la stagione riproduttiva, quando questi organi sono piů grandi.
Distribuzione della famiglia Tinamidi |
I tinami sono una famiglia esclusiva della regione neotropicale e raggiungono la maggiore differenziazione nell’America meridionale, specialmente nel bacino dell’Amazzonia. La famiglia raggiunge il Tropico del Cancro nel Messico nord-occidentale, estendendosi fino alla parte piů meridionale dell’America, anche se agli estremi di quest’area e’ poco rappresentata. I tinami occupano un ampio strato di habitat, conquistando quasi tutte le nicchie ecologiche dell’areale, con esclusione degli habitat acquatici, delle aree a neve permanente, dei deserti e della punta estrema del continente. Possono essere trovati in: foreste tropicali e subtropicali, foreste pluviali dei pendii andini, arbusteti, boschi xerofili, praterie asciutte o stagionalmente allagate, steppe aride e semi-aride, puna, deserti di altitudine delle Ande.
L’altitudine di presenza varia dal livello del mare fino a sopra i 5.000 m (Tinamotis pentlandii). Nell’areale settentrionale, tendono ad essere animali di foresta o di bosco, mentre in quella meridionale tendono a vivere in aree aperte o ad arbusti. Tinamus e Crypturellus sono generalmente abitatori della foresta tropicale, mentre i Nothocercus occupano le foreste d’altitudine nelle aree subtropicali e temperate, I tinami delle steppe, si trovano principalmente nelle praterie, negli arbusteti e nelle foreste aperte, ma , mentre i Tinamotis e i Nothoprocta si trovano tipicamente al di sopra della linea degli alberi, gli altri generi hanno una diffusione altitudinale molto inferiore.
I tinami sono gli abitatori del terreno per eccellenza, con ampia distribuzione, grande differenziazione e completa adattabilitĂ agli habitat.
I tinami si bagnano frequentemente nell’acqua ed alcune specie fanno anche bagni di polvere, a volte le penne sono così impregnate di polvere, che l’uccello prende la colorazione del terreno in cui vive. Alcune specie fanno anche bagni di sole, rimanendo in piedi su una zampa con le ali aperte.
In cattività , gli adulti di tinamo solitario, defecano una sola volta al giorno, e l’atto, sebbene rapido, sembra richiedere un sforzo particolare, probabilmente perché l’uccello deve prestare attenzione nello spostare il denso piumaggio attorno alla cloaca, per evitare di sporcarsi mentre cade al suolo.
I richiami sono il modo piů facile per distinguere fra loro le diverse specie sul campo. Ogni specie ha un diverso modo di vocalizzare, per esempio, il tinamo solitario ha undici distinte vocalizzazioni conosciute, legate a diversi momenti della sua vita (territoriali, corteggiamento, contatti parentali, ecc.).
Il richiamo viene emesso da entrambi i sessi per molte specie, e possono essere distinte fra loro. In alcune specie si ritrovano dialetti regionali, specialmente nel genere Crypturellus.
Gli uccelli cantano spesso durante la stagione riproduttiva, soprattutto al mattino presto e verso sera, ma possono essere sentiti anche in altri momenti del giorno e anche della notte. La frequenza e l’insistenza del richiamo č molto variabile da individuo a individuo e da un giorno ad un altro. Il tinamo cenerino canta ad intervalli di pochi minuti incessantemente dall’alba al crepuscolo, sono stati registrati individui cha hanno emesso 500 richiami nell’ambito di uno stesso giorno.
Alcune specie di habitat aperti, che vivono in gruppi piů o meno organizzati, emettono un basso pigolio di contatto, per mantenere gli individui vicini fra loro e per indicare a gruppi vicini che il territorio č occupato, un comportamento che č similare a certi Galliformi, quali Odontophorus e Colinus.
I principali alimenti considerati sono: frutti (sia caduti che mangiati direttamente dalla pianta), semi, germogli, foglie tenere, gemme, fiori, steli e fusti teneri, radici e tuberi; insetti (formiche, termiti, scarafaggi, cavallette, emitteri, larve di lepidotteri), piccoli gasteropodi, vermi, anfibi, piccoli rettili e anche, per le specie piů grandi, piccoli mammiferi.
I tinami vengono divisi in tre gruppi in base alla loro dieta vegetariana. I generi Tinamus, Nothocercus e Crypturellus si nutrono di grandi quantitĂ di frutti; i generi Nothura, Nothoprocta e Eudromia sono gran consumatori di semi; le specie di altitudine come il tinamo della puna o il tinamo della Patagonia (Tinamotis ingoufi) si nutrono della parte vegetativa della piante, come foglie, gemme, fiori e fusti teneri.
Il cibo č normalmente preso da terra o direttamente dalla pianta fino ad un’altezza raggiungibile restando posati sul terreno, non č frequente vedere un uccello saltare per raggiungere un frutto o un insetto, arrivando ad alzarsi da terra fino a circa un metro. Il pasto comporta il muoversi all’intorno, beccando il terreno ogni pochi passi, alzando lo sguardo solo ogni tanto, verificando di non essere in pericolo. Quando deve nutrirsi con oggetti grossi, come frutti o tuberi, li rompe con il becco, facendone piccoli pezzi piů facili da consumare. Semi con guscio o con lunge appendici a forma di ala, subiscono lo stesso trattamento. Quando sono alla ricerca di tuberi, scavano il terreno con il becco, ma non usano mai le zampe. Lo scavare alla ricerca di cibo č piů frequente tra i generi Rhynchotus, Nothura e Nothoprocta, uccelli che abitano gli spazi aperti, la posizione delle narici sul becco di queste specie, č un probabile adattamento a questo tipo di attivitĂ .
Gli insetti sono inghiottiti interi, i piů grandi sono prima uccisi con colpi di becco. I tinami della foresta hanno la tendenza a frugare nella lettiera del suolo con il becco, nella speranza di trovare insetti o altri invertebrati. Si possono trovare anche vicino a luoghi di scarico dei rifiuti, dove possono trovare vermi o piccoli molluschi. Sono spesso ritrovabili in compagnia di altri animali che si nutrono di insetti, come formichieri o furnaridi. Lo cotorna macchiata, segue spesso il bestiame, nutrendosi degli animali che questi disturbano (cavallette, grilli, ecc.); può anche nutrirsi di zecche, che cadono dal loro ospite, quando sono piene sangue.
Molte specie sono costrette a bere con regolarità , altre possono farne a meno per brevi periodi, ottenendo l’acqua nutrendosi di piante succulente, le specie che vivono in habitat aridi possono bere raramente o non bere affatto.
Il periodo riproduttivo varia secondo la specie. Nelle specie che abitano in foreste con piccole variazioni stagionali, la riproduzione può avvenire in ogni periodo dell’anno, pur essendoci periodi piů favorevoli. Al contrario, gli abitatori di zone soggette a marcata stagionalitĂ , i periodi riproduttivi sono molto ristretti.
Tutte le specie, di foresta o di prateria, sono molto territoriali, anche se in alcuni casi la territorialitĂ č limitata al periodo riproduttivo. Il territorio č marcato con la voce, con i canti degli uccelli all’interno del loro territorio a cui rispondono i loro vicini. Quando un estraneo si introduce nel territorio, l’uccello dello stesso sesso accorre per scacciarlo, creando una furiosa mischia, usando zampe e ali come armi. Entrambi i sessi difendono il territorio.
Il maschio attrae una, due o piů femmine con il suo canto continuo. Il nido č sempre sul terreno, nelle aree aperte viene posizionato in un luogo riparato (ad esempio da un arbusto o in un’area dove l’erba č piů folta ed alta), nelle foreste si trova alla base dei tronchi degli alberi, unica eccezione il tinamo di Bonaparte, che utilizza cavitĂ sotto le rocce o di terreni in pendio.
Molte specie non costruiscono un vero nido, deponendo le uova su un sottile strato di foglie od erbe. Altre, come il tinamo ornato, costruiscono un nido circolare usando punte di erba posate su una base di zolle d’erba.
Le uova dei tinami sono tra le piů belle del mondo, sono lucide ed assomigliano alla porcellana o al metallo. Il loro colore č molto vario, possono essere verdi, blu, turchese, porpora, violetto, grigio acciaio, cioccolato o giallo. Sono di norma uniformemente colorate, senza punti o macchie, solo ne genere Tinamotis possono essere coperte da piccoli puntini bianchi. Col procedere dell’incubazione le uova sbiadiscono, Le uova sono grandi, se confrontate con la grandezza degli uccelli ed hanno una caratteristica forma ellittica o sferica, anzichĂ© ovale.
Quando la femmina ha deposto le uova, le abbandona al maschio perchĂ© le porti a maturitĂ , andando, e questo vale per molte specie, alla ricerca di un nuovo maschio con cui accoppiarsi. Il nido può contenere fino a 16 uova, deposte da diverse femmine. Le maschi piů anziani curano piů uova rispetto a quelli piů giovani, in quanto in grado di attrarre piů femmine. Solo un uovo, massimo due. Sono presi in cura dal maschio di tinamo variegato.
L’incubazione č relativamente breve, 16 giorni nei Crypturellus, 19-20 per i Tinamus ed Eudromia. In questo periodo il maschio canto molto poco o resta completamente silenzioso. Nel caso lasci momentaneamente il nido per alimentarsi, ricopre le uova con erba. Quando l’uccello č in cova lascia raramente il nido, anche in caso di pericolo. Quando č costretto a fuggire, esegue azioni che distraggono l’assalitore dal nido, cercando di evitare la predazione del nido. A volte si finge ferito, oppure cerca di volare ricadendo subito a terra; gli stessi stratagemmi vengono applicati in presenza dei pulcini.
I pulcini nascono nello stesso periodo, sono ricoperti di piumino biancastro, grigiastro o giallastro con punteggiatura scura, che ne permette la mimetizzazione. Dopo poche ore dalla nascita, il maschio li porta fuori dal nido, richiamandoli con la voce. Quando un pericolo č vicino, si blocca, nascondendo i pulcini sotto il corpo e le ali. I pulcini appena nati sono generalmente in grado di nutrirsi da soli, ma nei primi giorni il maschio cattura per loro insetti, che deposita poi di fronte a loro. La mortalitĂ nei primi giorni č alta, ma i giovani crescono velocemente, all’etĂ di 1-3 settimane, possono giĂ involarsi per posarsi su rami all’altezza di un metro dal terreno. La maturitĂ sessuale viene raggiunta all’etĂ di un anno
Durante il XX secolo, sono stati fatti molti tentativi di introdurre o reintrodurre i tinami a fini della caccia. Le specie piů adatte a questi scopi sono quelle degli spazi aperti. Il tinamo rosso č stato reintrodotto nello stato di Rio de Janeiro (Brasile). Sono stati fatti tentativi di introduzione anche in Europa (Francia, Germania e Ungheria), ma senza successo. Simili tentativi negli USA hanno avuto pochi frutti.
Abitudini Generali
I tinami sono generalmente timidi ed elusivi. Quanto avvertono un pericolo, si immobilizzano immediatamente, acquattato, con il collo alzato. Se il pericolo si avvicina, fugge e piů raramente si invola. Si allontana così dalla zona pericolosa, andando a ripararsi in un luogo che lo nasconda, come un arbusto o nell’erba alta e densa. Quando si trovano in spazi completamente aperti, possono andare a rifugiari in buchi o tane fatte da altri animali. Voce
I richiami dei tinami sono i piů caratteristici delle foreste tropicali del centro e sud-america. Sono chiari e puri, con toni molto dolci, nonostante la loro semplicitĂ . In alcune specie assomigliano al suono di un organo, ad un flauto. Alcuni richiami sono uniforme e monotono, altri molto variati, possono consistere di piů di una frase e variare d’intensitĂ . Tinami eccitati possono emettere un trillo duro. Un maschio di tinamo di Bonaparte può essere sentito da molti chilometri di distanza, attraverso il sottobosco montano delle sue foreste. Le specie forestali hanno un richiamo forte e profondo, adatto a penetrare le folta foresta, dove gli ostacoli naturali ne impediscono la diffusione. Quelle di pianura, ne hanno uno piů delicato, con toni alti, meno melodioso rispetto alle specie forestali, a volte il suono assomiglia a quello dei grilli. Sono molto difficili da localizzare, in quanto possono apparire molto piů lontani rispetto al vero.Cibo ed Alimentazione
La conquista virtuale della regione Neotropicale da parte dei tinami č fortemente dovuta alle loro abitudini alimentari. La loro dieta alimentare č molto variabile ed opportunista, anche se studi dettagliati e completi sono stati compiuti solo su poche specie rispetto all’alto numero esistente. Si č riscontrato che quasi tutte le specie hanno una dieta mista, composta da materia vegetale e piccoli animali, particolarmente invertebrati. Alcune specie sono piů erbivore altre piů carnivore, alcune mangiano piů semi che frutta o viceversa. Il Tinamo rosso si ciba principalmente di animali in estate, nutrendosi di piante in inverno, creando seri danni alle coltivazioni. I pulcini sono piů dipendenti dagli insetti rispetto agli adulti, molto probabile č l’alto potere nutritivo che offrono ai piccoli bisognosi di crescere rapidamente.Riproduzione
Ci sono molte differenze riproduttive tra le specie e a volte anche all’interno della stessa specie.
Regole generale sono la simultanea poligamia dei maschi e poliandria delle femmine. L’incubazione č compito del maschio, così come la cura della prole, senza aiuti da parte delle femmine. Solo alcune specie formano coppie fisse, come l’tinamo ornato, altre come lo cotorna macchiata sono monogami all’inizio della loro vita diventando in seguito poligami.Spostamenti
A causa del loro stile di vita terrestre e alla loro scarsa capacitĂ di volo, i tinami sono sedentari. Le specie le forestali fanno piccolissimi spostamenti, quando le condizioni climatiche lo richiedono, a causa dei terreni che possono essere alluvionati. Gli abitatori della puna possono scendere piů a valle, quando le condizioni del tempo si fanno piů estreme (per esempio a causa della neve). Le specie che vivono nelle aree aperte mantengono un territorio durante la stagione produttiva, ma al termine di questa si riuniscono in piccoli gruppi, abbandonando i territori di nidificazione.Relazioni con l’uomo
I tinami hanno una notevole importanza nella tradizione dei nativi americani. Alcune tribů del Brasile e della Colombia credono che il giaguaro imiti il canto del tinamo gigante per attirarli e catturarli. Un racconto popolare degli indiani Guanhibo della Colombia, dice che un giorno viaggiasse con la sua canoa lungo il fiume, cercando di localizzare un tinamo che cantava, quando fu vicino al luogo da dove proveniva il suono, il canto gli sembro sospetto e tornò indietro, giusto in tempo per accorgersi di un grande giaguaro che era pronto ad assalirlo e che era il responsabile del canto. Esiste una leggenda brasiliana che spiega la differenza ecologica tra il tinamo rosso e il tinamo ondulato (Crypturellus undulatus). La storia racconta che le due specie erano inseparabili e che si muovevano sempre insieme nei campi, nelle foreste, ovunque, finchĂ© un giorno, il destino li fece litigare e si separarono. Il tinamo ondulato entro nella foresta piů scura e densa, mentre il tinamo rosso andò nelle pianure aperte, Dopo molto tempo il tinamo ondulato, volle rivedere il suo vecchio amico, arrivò al bordo foresta e grido “Vamos fazer as Pazes?” (Vogliamo fare la pace?) e l’altro gli rispose rabbiosamente “Eu, nunca mais!” (Cosa, giammai!). Questa storia indica quanto questi uccelli siano piů facili da sentire che da vedere.
Introduzioni di Tinamidi negli Stati Uniti d'America | ||||||||
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Specie | Oregon | Florida | Alabama | Texas | Colorado | Oklahoma | Nebraska | California |
Tinamo ornato | 473 (1966-1974) | -- | -- | -- | -- | -- | -- | -- |
Tinamo rosso | 110 (1966-1974) | -- | -- | -- | -- | -- | -- | -- |
Cotorna macchiata | -- | 128 (1966, 1971) | 47 (1969) | 136 (1969) | -- | -- | -- | -- |
Cotorna di Darwin | -- | -- | -- | -- | 164 (1970) | 100 (1970) | -- | -- |
Martinetta dal ciuffo | -- | -- | -- | -- | -- | -- | 256 (1971) | 217 (1969) 1.200 (1971-1977) |
Nel 1885 il tinamo del Cile (Nothoprocta perdicaria) č stato introdotto nell’isola di Pasqua, dove tuttora č ancora presente, comunque non č riuscito a prosperare quanto ci si attendesse, anche per l’introduzione del caracara chimango (Milvago chimango) nel 1928,
Nessuna specie di tinami č mai stata addomesticata, nonostante esso viva abbastanza bene in cattivitĂ . Allevamenti sono stati tentati all’inizio del 1900 in Francia, Gran Bretagna, Germania e Danimarca, per scopi venatori. In cattivitĂ sono avvenute ibridazioni tra con-generi, che hanno prodotto occasionalmente individui fertili. I tinami sono frequenti nei giardini zoologici dell’America meridionale.
Parecchie specie tendono ad entrare nei campi coltivati a grano, orzo, mais, riso (per le varietĂ a crescita all’asciutto), sorgo, miglio, ecc. Queste invasioni sono piů frequenti dopo la mietitura, quando parte del raccolto finisce a terra, ma sono anche conosciuti assalti a campi non completamente maturi. Alcune specie della puna, provarono danni alle piantagioni di patate. Ma si conoscono anche specie che sono considerate d’aiuto agli agricoltori, come per le specie del genere Nothoprocta che si nutre di notevoli quantitĂ di insetti infestanti dei campi.
Immense aree di foresta vengono distrutte nella zona neotropicale, sia per commercializzare il legname, che per creare nuovi pascoli o nuovi campi agricoli, che sono comunque produttivi per pochissimi anni, a causa della povertĂ del suolo. Così le specie che rischiano di piů sono quelle forestali, incapaci di adattarsi alla nuova situazione, non sopravvivono e scompaiono.
Molte specie sono presenti in aree molto ristrette, questo comporta una maggiore vulnerabilitĂ , come accade per il tinamo Magdalena (Crypturellus erythropus saltuarius) che č stata scoperto nella valle Magdalena, al nord della Colombia, nel 1943, ma che da allora non č stato piů rivisto.
Alcune specie minacciate per la distruzione del loro habitat sono: Nothoprocta kalinowskii, Nothoprocta taczanowskii, Nothura minor, Tinamus osgoodi, Crypturellus noctivagus, Crypturellus ptaritepui.
Altro problema, che colpisce soprattutto le specie medio-grandi, č prodotto dalla caccia sportiva, con cani e fucili. I cani ritrovano facilmente gli animali nelle aree aperte, e, vista la loro difficoltĂ a volare, sono facilmente catturabili. Questo tipo di caccia č frequente nelle pianure di Brasile, Uruguay, Paraguay, Argentina e Cile e nelle zone montane di Ecuador, Perů e Bolivia.
L’Argentina esporta grandi quantità di uccelli congelati negli USA sotto il nome di “South American partridges” (pernice sudamericane), queste esportazioni stanno provocando forti critiche da parte di associazioni ambientaliste statunitensi, che ne chiedono l’immediata proibizione.
Status e conservazione
Lo status delle specie di questa famiglia č difficilissimo da determinare, in quanto ci sono molte regioni difficilmente raggiungibili e che hanno quindi una relativamente piccola attenzione da parte degli ornitologi. Oltretutto alcuni di questi habitat sono molto chiusi, coperti da denso fogliame e talvolta paludose.Bibliografia
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